Programmare il futuro delle città rispetto ai condizionamenti della transizione ecologica e digitale è processo di grande complessità che impone di coordinare strettamente tra loro le politiche settoriali, ottenere la massima partecipazione da parte di tutti i soggetti istituzionali (dalle associazioni private di categoria, alle realtà produttive, all’industria, all’agricoltura, ai servizi pubblici e privati) e di tutti i cittadini. Offrendo un metodo per avviare e accompagnare i diversi progetti di rigenerazione nelle aree metropolitane e di quelle “estese” in modo particolare perché possano avere una vita propria e di senso perché sostenibile nella responsabilità di tutti i partecipanti attorno ad un iper-oggetto complesso e articolato.
Per questo le città non possono essere considerate corpi separati dai territori di appartenenza perché la loro interazione e reciproca interdipendenza rappresentano aspetti estremamente contrastanti che ne condizionano lo sviluppo spazio-temporale. Spazio e tempo che non sono affatto elementi costitutivi astratti ma insiti nella concretezza delle politiche urbane e a questo vanno piegati per offrire ai cittadini una soddisfacente vita socio-urbana, migliorandone l’eco-efficienza, la competitività e, inoltre, facendone leva di attrazione utile per talenti, residenti e investimenti con imprese e funzioni pubbliche e private, con una governance appropriata di town center management. In questo quadro va riletto il rilancio di un pezzo importante del Centro storico di Brescia che dal 2008 ospita l’area commerciale e di entertainment del Freccia Rossa e poi “svuotato” dalle dinamiche competitive dei grandi insediamenti commerciali extra-urbani come uno dei compiti strategici dell’agenda politica dell’Amministrazione Castelletti appena insediata. Uno spazio che dal 2020 ha visto avviarsi progetti di ristrutturazione dopo il fallimento del vecchio gestore (e le incertezze della pandemia), ma con scarsa concretizzazione a partire dalla scelta del mix funzionale più adatto che va esplorato e valutato nei suoi impatti molteplici e con la partecipazione della città e dei suoi cittadini.
Dunque al bordo sud-ovest del Centro storico di Brescia il “buco nero” lasciato dal “guscio esangue” del Freccia Rossa”( tra le macerie di una programmazione pluri-decennale irrealistica della GDO provinciale-regionale) andrà rapidamente riempito per evitare degrado, distruzione di valore immobiliare e sociale, rottura della continuità spaziale in uno dei nodi urbanistici più delicati della città per una visione eco-sistemica a 30-50 anni. Uno spazio enorme e di valore (immobiliare, economico e sociale) inestimabile tra “centro e centro”, localizzato su una delle porte pregiate del quadrilatero medioevale da ovest e servito da metropolitana, ferrovia e strade di scorrimento interne tra nord e sud, con centinaia di posti auto. In una posizione strategica “cerniera” tra città estesa, Brescia 2 e centro storico che non può e non deve rimanere “vuoto”. La nuova amministrazione di Laura Castelletti sarà impegnata nel rilancio ripartendo da una attenta analisi del mix funzionale-relazionale più adatto per la pianificazione urbanistica ed economico-sociale quale “by pass ” strategico di funzionamento della città “riconfigurando” il cuore monoculturale commerciale con un nuovo brain funzionale che apra al futuro. Ma quale mix funzionale date cubatura e superficie (28mila mq), con 1000 posti auto interrati e la pregiata localizzazione? Il mix funzionale (viste scelte monofunzionali complesse e ad alto rischio) dovrà identificare una “locomotiva trainante e vagoni interconnessi” che guarda innanzitutto a pubblici-utenti giovani e ad alta istruzione (70%) ma accessibile anche senior e famiglie per molteplici fruibilità di servizi alla persona. Un mix che dovrà accoppiare armonicamente pubblico e privato con una allocazione stimabile al 30% – 70% e per volumi complessivi di traffico giornaliero attorno a 2-3000 persone, tenendo conto delle oltre 20000 persone in entrata e uscita tra stazione bus, ferrovia e metropolitana. Una “locomotiva” imprenditoriale—consulenziale-farming-servizi alla salute entro una catena formativo-educativa-culturale per servizi della conoscenza (informazione, big data, AI, new manufacturing, formazione digitale, training sanitario e digitale). (A) Un centro per l’innovazione imprenditoriale, professionale e sperimentale con spazi per start-up high tech e co-working, maker, fab-lab e laboratori di ricerca industriale, servizi ricerca/avviamento/riqualificazione lavoro(3500mq). Spazi da gemellare a (B1) un’area funzionale di alta e media formazione manageriale-professionale-tecnica (privata/500mq) associata ad una di alta formazione accademica (pubblica)(B2) per es. con la sorgente Facoltà di Agraria comprese residenze per studenti e biblioteca(open fino alle 24) per ricercatori, docenti e professional (3800mq). Da “agganciare” ad un’area (C) di new manufacturing dell’agro-ecologia con una vertical farm digitalizzata per realizzare packaged vegetables da offrire a km 0 all’area ristorazione del City Hub e al centro storico (3000mq) oltre che di supporto sperimentale-laboratoriale alla Facoltà di Agraria. Un’area (D) salute con laboratori analisi, visite specialistiche e riabilitative anche con funzioni di day hospital/oncologia/cronicità per terapie domiciliari/radiologia soft (4000mq) con spazi per 40 medici/30 infermieri consorziati/convenzionati (SSN). Con disponibilità di alcune tecnologie diagnostiche di base, di screening oncologico, di chirurgia soft e centro odontoiatrico/pediatrico in joint con gli Spedali Civili (utile anche per tirocinio infermieristico e Master in odontoiatria). Con un pronto soccorso privato per urgenze bianche-verdi. Per ridurre le tragiche code ospedaliere e fare (la troppo trascurata) prevenzione. Un’area funzionale (E) “connettiva” per convegni ed eventi tra arte, cultura, formazione e istruzione (anche musicale) con aule (300/100/50 posti) modulari (1500mq). Un’area (F) di entertainment sportivo con palestra, padel, piscina con area relax (1500 mq) e urban sky/surf (1200mq) e3 sale cinema(1500mq). Un area (G) ristorazione con 3 ristoranti/4 bar (1200mq). Un’area hotel/ostello per un pubblico giovane a prezzi accessibili compresa una mensa universitaria aperta al pubblico (3500mq)(H). Una (I) area commerciale con piccolo supermercato e pochi negozi di servizio di prossimità (1500mq) (con farmacia/parafarmacia) aperti fino alle 24.(L) Una galleria d’arte moderna e di design industriale comprensiva di museo virtuale-digitale sperimentale (privata)(2500 mq)(M). Infine, un’area uffici per servizi (direzione, noleggio auto, logistica, pulizie, sicurezza)(1500mq)(N). Nella piazza antistante sviluppo di un bosco urbano e giardini verticali per iniezione di verde diffuso e un tapis roulant coperto proiettato a 250 metri (a sud-est) verso la stazione ferroviaria con un ponte pedonale in legno verso il centro storico a est.
Un mix bilanciato di funzioni integrate ed ecosostenibili che possa rivitalizzare questo spazio urbano prezioso per la città e di completamento e integrazione del portafoglio di servizi già esistente quale urban knowledge brain di rivitalizzazione per centro storico e di tutto il quadrante sud-ovest: snodo connettivo rigenerativo per questa complessa area con la quale co-generarsi e ibridarsi contaminando conoscenze, competenze e servizi. Ricostruendo una “piccola città multi-specializzata” nella “città allargata” che sia di interfaccia strategica tra alcune funzioni tecnico-professionali, di servizio alle persone, di manifattura soft e residenziali di prossimità del centro storico da una parte e, dall’altra, sia connettore intelligente complementare con quanto verrà acceso nel comparto Via Orzinuovi/Via Milano con la Cittadella dell’Innovazione e Musil in tema di innovazione. Completando quindi questo innesto urbano come cerniera dinamica, inter-connettiva e ibridante tra centro storico e nuove funzioni a ovest-sud ovest quale CityHub rigenerativo della città estesa. Investitori istituzionali, Banche, Fondi e Assicurazioni dovranno valutare sostenibilità, forme e modalità di investimento di riconversione (non proibitivo e da stimare in 6-8mil.ni euro per circa 350 occupati) senza radicali cambi di destinazione con la regia del comune ed eventuale coinvolgimento di CDP e Regione. Che nel complesso potrebbe rappresentare una lezione di rigenerazione urbana sia nel metodo che nel merito e trasferibile nelle tante aree urbane italiane che necessitano di un quadro strategico di azione e intervento replicabile, realistico e sostenibile. I latini direbbero che “tempus breve est et civitas non expectare”.