Procede senza sosta la campagna governativa per le 100 smart cities in India da realizzare entro il 2022. Un progetto faraonico per una delle nazioni più popolose e povere al mondo, ma che da alcuni anni è entrata saldamente nel gruppo dei Paesi emergenti, con un PIL atteso al 7,4% per la fine del 2015 (5,5% nel 2014).
Secondo le stime più attendibile, come quella della Banca mondiale, il PIL indiano supererà quello cinese nel 2017, attestandosi attorno al 6,9%, per poi calare al 3% circa negli anni successivi, allineandosi a quello dei mercati maturi. Un dato che lascia intendere chiaramente quanto l’India stia crescendo e quanto al suo interno le dinamiche sociali ed economiche si facciano più complesse ed interessanti.
La popolazione che vive stabilmente in città è pari oggi a 400 milioni di persone e nel 2050 arriverà a sfiorare gli 820 milioni. Attualmente, circa 65 milioni di abitanti vive in baraccopoli a ridosso delle grandi città dell’India.
È su questo scenario che si basa l’azione di Governo per l’innovazione urbana portata avanti con decisione dal premier Narendra Modi per la costruzione di 100 nuove smart city e per ammodernare le infrastrutture di base di circa 500 centri urbani in tutto il Paese.
Secondo un nuovo studio Nasscom, tale piano potrebbe generare opportunità di business per le imprese ICT fino a 40-50 miliardi di dollari in un arco temporale di 5-10 anni. La componente delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, infatti, varrebbe circa il 15% della spesa complessiva ipotizzata dal Governo di Nuova Delhi, che all’incirca dovrebbe ammontare a 6-7 miliardi di dollari (nel progetto dovrebbero entrare aziende britanniche, cinesi, giapponesi, saudite e tedesche).
Ulteriori dettagli saranno forniti in occasione della Smart City Expo di Delhi il prossimo 21 maggio, quanto Governo, amministrazioni pubbliche locali, imprese ed investitori si incontreranno per discutere delle 100 città intelligenti per l’India.