La cancelliera tedesca Angela Merkel ritiene “problematica” la chiusura da parte dei social network, (Facebook, Twitter, Instagram, YouTube) degli account del presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump.
“I limiti sui social definiti dal legislatore, non da ceo aziendali”
“È possibile interferire con la libertà di espressione, ma secondo i limiti definiti dal legislatore, e non per decisione di un management aziendale”, ha spiegato in conferenza stampa Steffen Seibert, il portavoce di Merkel, rispondendo a una domanda specifica sull’argomento.
“Censura sui social a Trump è problematico”
“Questo è il motivo”, ha aggiunto Seibert, “per cui il Cancelliere ritiene problematico che gli account del presidente americano sui social network siano stati chiusi in maniera definitiva”.
“Gli operatori dei social network” ha spiegato Steffen Seibert, portavoce dell’esecutivo tedesco, “hanno la responsabilità di garantire che la comunicazione politica non sia avvelenata dall’odio e dall’istigazione alla violenza. La libertà di espressione, in quanto diritto fondamentale di significato basilare, può tuttavia essere limitata solo dal legislatore”.
In arrivo norma per limitare i poteri delle big tech sulla censura?
“È giusto che lo Stato, il legislatore, definisca un quadro per questo”, ha concluso il portavoce di Merkel parlando della Germania.
Inoltre, sono diverse le voci istituzionali europee a condannare lo “strapotere” delle piattaforme digitali. Anche secondo il governo francese, la regolamentazione della Rete non spetta ai colossi del web.
“La regolazione dei giganti del web non può essere fatta dall’oligarchia digitale stessa. Ciò che mi sciocca è che sia Twitter a decidere di chiudere il profilo di Trump”, ha dichiarato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.
Sulla questione si è espresso anche il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton. “Il fatto che un Ceo possa staccare la spina dell’altoparlante del presidente degli Stati Uniti senza alcun controllo e bilanciamento è sconcertante. Non è solo una conferma del potere di queste piattaforme, ma mostra anche profonde debolezze nel modo in cui la nostra società è organizzata nello spazio digitale”.
Al coro si unisce Manfred Weber, l’europarlamentare tedesco capogruppo del Ppe, secondo cui l’Ue non deve lasciare che Facebook e Twitter decidano “cosa rientri nei limiti dell’accettabile” sulle loro piattaforme. “Non possiamo lasciare che siano le società americane di Big Tech a decidere come discutere e non discutere, cosa si possa e cosa non si possa dire in un discorso democratico. Abbiamo bisogno di un approccio normativo più rigoroso”, ha dichiarato Weber ai microfoni di Politico.