Dopo anni di crescita che sembrava inarrestabile, il mercato dei cellulari è entrato in una fase di stallo da cui difficilmente uscirà prima dei prossimi 5 anni.
Secondo uno studio CCS le vendite di dispositivi mobili hanno raggiunto il picco massimo attorno a 2 miliardi di unità l’anno. Entro la fine del 2016 ne dovrebbero essere venduti globalmente 1,95 miliardi, circa 30 milioni in meno che nel 2015.
Le difficoltà riguarderanno tutti i mercati a eccezione della Cina dove anzi si registrerà una ripresa rispetto a un 2015 abbastanza debole. Comunque, sulla scia del trend globale, anche nel paese le vendite si stabilizzeranno attorno a 450 milioni di unità l’anno da qui al 2020. Nei mercati cosiddetti ‘maturi’ – come Europa e Usa – le vendite sono già in stallo, anzi, quest’anno dovrebbero subire un calo.
Margini di crescita sono attesi in India e in Africa, ma non basteranno a compensare il calo sugli altri mercati.
“Dopo diversi anni passati a prevedere questo picco, ora è stato raggiunto”, ha spiegato l’analista CCS Insight Marina Koytcheva.
Secondo CCS, gli smartphone resteranno la forza trainante del mercato in termini di volume di vendita: quest’anno rappresenteranno tre quarti dei dispositivi venduti, a quota 1,42 miliardi di unità (in crescita del 4,1% rispetto allo scorso anno), per salire al 90% entro il 2020.
Questo non implica l’imminente scomparsa del caro vecchio cellulare tradizionale. Certo, sarà relegato a un mercato di nicchia, ma la domanda dei cosiddetti ‘feature phone’ continuerà ad esistere.
Lo stallo del mercato avrà importanti ripercussioni sull’industria, prima fra tutte l’aumento della pressione sui piccoli produttori, molti dei quali non potranno resistere a lungo.
Quest’anno – nota CCS – a causa del sisma che ha colpito Taiwan si è registrata una carenza di componenti e un conseguente aumento dei prezzi di schermi, memorie, fotocamere
Una pessima notizia per i produttori di dispositivi low-cost con bassi volumi di vendite, per i quali è quasi impossibile generare un profitto senza aumentare i prezzi loro prodotti. Problema che, evidentemente, non tocca i grandi produttori come Apple, che sugli iPhone ha un ricarico di circa tre volte rispetto al prezzo di produzione.
“Con la crescita in esaurimento e la concorrenza che si sta intensificando non c’è da sorprendersi se i margini sono più compressi che mai. Le aziende senza i vantaggi di scala di produttori come Samsung, Apple o Huawei troveranno molto più difficile fare soldi”, ha detto ancora Koytcheva.
Tra gli altri risultati del report, anche la forte crescita del 4G: nel 2016, prevede CCS, i dispositivi con tecnologia LTE saranno 1,11 miliardi e diventeranno 1,65 miliardi nel 2020, o l’83% del totale.