Il CDTI (Club dei Dirigenti delle Tecnologie dell’informazione), nella sua storia ormai più che trentennale, organizza le sue attività per gruppi di lavoro, suddividendo la partecipazione dei propri soci per aree tematiche di interesse. Nel 2014, con il coordinamento di Gregorio Cosentino, si costituì un gruppo sulle tematiche dell’automazione nella Sanità, con particolare riferimento alla Telemedicina.Nel gruppo confluirono professionisti dell’ICT, imprenditori e consulenti, ma anche medici e tecnologi dell’elettromedicale; seguirono molti mesi di lavoro appassionato che portarono alla stesura di un libro bianco, “TELEMEDICINA, DAL DIRE AL FARE”, la sua presentazione in un affollatissimo convegno e, a seguire, attività di diffusione dei risultati e delle linee di intervento espresse dal Club presso le istanze pubbliche interessate dalla tematica.
L’occasione di lavorare e riflettere insieme ha fatto sì che alcuni dei professionisti coinvolti nella commissione abbiano deciso di proporre alle loro Aziende di fare un passo ulteriore, e a pensare di tramutare quella visione acquisita attraverso la riflessione collettiva in una iniziativa industriale.Ed è stato così che tre PMI hanno deciso un coraggioso investimento nello sviluppo di una moderna piattaforma di Telemedicina, che oltre alla classica gestione in remoto dei parametri vitali, fosse aperta alle tecnologie delle A.I. e dei Big Data a supporto della diagnostica avanzata.
Si arriva così al marzo del 2018 con la costituzione ufficiale di ADILIFE, ma con già alle spalle due anni di sviluppo della piattaforma, sondaggi di mercato, accordi di collaborazione per la ricerca con Enti e Università. E nel gennaio di quest’anno la prima gara vinta per la fornitura di servizi di Telemedicina per il controllo in remoto dei parametri vitali dei pazienti cui è stato impiantato un pacemaker con defibrillatore di una ASL di Roma; in portafoglio poi contratti per la gestione della dieta chetogena e in sviluppo verticali per patologia (disturbi alimentari, oncologia, cardiologia..) finanziati da fondi pubblici in collaborazione con varie Università.
L’auspicio è che nel nostro Paese percorsi virtuosi come questo non si realizzino solo grazie alla buona volontà (e alla testardaggine) di pochi, ma che possano divenire usuali grazie a strumenti e finanziamenti stanziati per favorire la contaminazione, il trasferimento di tecnologia, la crescita e lo sviluppo industriale e tecnologico.
Articolo di Gilberto Avenali, imprenditore e consigliere del direttivo CDTI