Confutati tutti e sei i punti critici sollevati da Vivendi nei confronti del Consiglio di amministrazione, a cui il socio di maggioranza ha imputato una serie di comportamenti ritenuti illeciti volti a sostenere gli interessi solo di Elliot, e piena fiducia riaffermata nell’operato del Presidente Fulvio Conti e nell’Ad Luigi Gubitosi. Queste sono le principali osservazioni contenute nel documento approvato, ieri, dal CdA Tim, con i 10 sì dei membri della lista Elliot e 5 no dei consiglieri espressi dal gruppo francese. Così l’assemblea del 29 marzo, nella quale è stata sottoposta anche la richiesta di revoca di cinque consiglieri in quota Elliott, si prospetta infuocata.
Ecco 3 dei 6 punti contestati da Vivendi al Consiglio di Tim con le relative confutazioni:
- Secondo Vivendi e il consigliere Arnaud de Puyfontaine (Ceo del gruppo francese) sono state violate le regole di governance nel processo che ha portato alla revoca delle deleghe all’ex Ad Amos Genish. Ecco la risposta contenuta nel documento approvato dal CdA: “la revoca delle deleghe al consigliere Amos Genish è conseguenza di una progressiva perdita di fiducia nelle sue capacità di fronteggiare efficacemente le condizioni di mercato, come risultava dalla circostanza che il piano industriale dallo stesso perseguito non stava dando i risultati attesi”.
- Inoltre, per il socio di maggioranza di Tim (la quota è del 23,9%) sono state violate le regole di governance anche nel processo di attribuzione delle deleghe al consigliere Luigi Gubitosi, nuovo Ad.
“L’attribuzione delle deleghe al consigliere Luigi Gubitosi”, si legge nel documento, “ha rappresentato, e rappresenta, la miglior soluzione possibile per la società e per tutti i suoi azionisti, anche tenuto conto della necessità di minimizzare i rischi derivanti dal protrarsi di periodi di incertezza”. Il Consiglio ha così riaffermato la piena fiducia nell’operato di Gubitosi. - Fiducia espressa di nuovo nei confronti del presidente Fulvio Conti accusato da Vivendi di “aver fuorviato i sindaci Tim”: “il presidente”, precisa la maggioranza del CdA, “ha semplicemente dichiarato che al momento della decisione di revocare le deleghe a Genish tutti i consiglieri disponevano delle stesse informazioni e questo è un fatto non revocabile in dubbio”.
Dunque, per la maggioranza del CdA l’attività del presidente Conti è stata conforme ai suoi doveri e al suo ruolo così la linea di Vivendi è stata completamente bocciata, stessa valutazione espressa anche dal terzo proxy advisor, Glass Lewis.
Con queste condizioni di gioco si terrà l’assemblea del 29 marzo.