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Causeries. Machine to Machine e la regolamentazione tanto (troppo) attesa

E’ un triste destino delle Autorità che si faccia molto clamore sui versanti politicamente incandescenti, e si passi invece sotto silenzio i risultati positivi.

Questo è particolarmente vero per l’Agcom che dopo la buriana della ‘par condicio’ si appresta ad adottare un eccellente provvedimento sul dossier caldo del momento: il Machine to Machine.

Poniamo che un automobilista olandese si sia fatto installare una sim sull’automobile e che venga in vacanza in Italia. Rebus sic stantibus, stante il divieto di uso di sim straniere sul territorio nazionale, questo prezioso dispositivo non gli servirebbe a niente.

Per rimediare a questo inconveniente l’Autorità prevede che debba intercorrere un accordo di roaming permanente tra due operatori, quello straniero e quello italiano, di cui Agcom e ministero prendono solo atto. Per utilizzare una sim estera occorre una modifica del piano di numerazione, esattamente ciò che l’Autorità si appresta a fare. Con un tocco leggero come si conviene ai mercati emergenti. Stante la condizione di roaming permanente che si verrebbe a creare, l’Agcom immagina una semplice presa d’atto da parte del Ministero e dell’Autorità dell’utilizzo delle sim straniere.

Nella comunicazione alle due istituzioni gli operatori metteranno in chiaro quale arco di numerazione straniero intendono utilizzare. Beninteso le sim straniere dovranno essere utilizzate esclusivamente per servizi Machine to Machine.

Da questa riforma, che apparentemente suona banale, il Machine to Machine fa ingresso nell’ordinamento giuridico italiano. Ribadisco: attraverso un piano di numerazione rivisto che riservi spazio all’uso sul territorio nazionale di sim estere con un soggiacente accordo di roaming permanente.

Non si può che plaudire a questa innovazione che, sebbene a prima vista bizantina, schiude un nuovo orizzonte alle comunicazioni elettroniche nel nostro paese.

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