Dibattito

Caso Sanremo, Giomi (Agcom): ‘Servono equidistanza e distacco. Valuteranno gli uffici’

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La commissaria Agcom Elisa Giomi richiama alla calma sulle polemiche nate dall'ipotesi di pubblicità occulta e dal bacio fra Fedez e Rosa Chemical e si dissocia dai giudizi espressi dal collega Massimilano Capitanio dagli schermi Mediaset.

Il caso Sanremo va affrontato “con equidistanza e distacco”. Lo dice all’ANSA la commissaria Agcom, Elisa Giomi, in merito alle possibili violazioni della normativa sulla pubblicità occulta, generate dai ripetuti richiami alla piattaforma Instagram da parte di Chiara Ferragni e di Amadeus, e delle regole per la tutela dei minori, a seguito delle performance di Fedez e Rosa Chemical, che si sono baciati sul palco dell’Ariston e hanno simulato un amplesso in sala.

Ieri il Consiglio ha iniziato a occuparsi della vicenda, affrontandola in linea generale, in attesa che gli uffici competenti valutino l’apertura di un’istruttoria. Quali sono gli elementi di criticità?

“Il Consiglio non si è ancora pronunciato, e potrà farlo solo se riceverà i risultati delle istruttorie che gli Uffici dell’Autorità – e solo loro – hanno il potere di scegliere se avviare o meno. Infatti trovo sconcertante leggere sistematicamente sulla stampa informazioni note solo a chi è presente alle riunioni del board di Agcom, come accaduto anche ieri subito dopo la fine della seduta. Un’autorità indipendente per operare correttamente deve saper proteggere i propri confini e la riservatezza delle sue valutazioni, altrimenti rischia di esporsi a pressioni esterne”.

Sul fronte delle accuse di pubblicità occulta quali sono i principi che l’Agcom è tenuta a salvaguardare?

“Le comunicazioni commerciali audiovisive devono essere subito riconoscibili e non devono utilizzare tecniche subliminali. Per questo sono proibite le comunicazioni commerciali audiovisive occulte”.

Ritiene che i comportamenti tenuti da Fedez e Rosa Chemical sul palco possono ritenersi inopportuni in un contesto come quello del servizio pubblico?

“Se le dessi un’opinione verrei meno agli impegni che ho preso accettando questo incarico. La mia libertà di espressione come cittadina finisce dove inizia il mio ruolo di Commissaria, tenuta a non anticipare giudizi su temi che potrei essere poi chiamata a valutare. Per questo prendo anche le distanze dalle dichiarazioni rese a nome dell’Autorità  nel corso di trasmissioni televisive (Striscia la notizia ndr) da parte di un collega (Massimiliano Capitanio ndr) che ha parlato di “irregolarità emerse” nelle condotte Rai, come fossero già state accertate, e di “messaggi non propriamente edificanti arrivati nelle case delle famiglie, soprattutto ai giovani”, sentenziando che quelle di Rosa Chemical e Fedez sono “immagini che non certificano il diritto all’amore delle persone ma che sono al limite della pornografia”. Come se Agcom fosse già arrivata a una decisione in merito”.

Cosa rischia Viale Mazzini se si dovessero manifestare violazioni della normativa?

“Le sanzioni sono quelle previste dal TUSMA, cioè la legge di settore, sui media audiovisivi. Credo tuttavia che in questo momento parlare di sanzioni anche solo come ipotesi possa rischiare di influenzare gli uffici dell’Autorità, che devono invece essere liberi di occuparsi della vicenda con autonomia di giudizio”.

Pensa che il Consiglio si stia muovendo correttamente su questa vicenda?

“Serve equidistanza, distacco e riservatezza nella valutazione, a maggior ragione perché la convenzione tra Comune di Sanremo e Rai è in scadenza. Se è grave la pubblicità occulta, sarebbe altrettanto grave fare campagne occulte contro la gestione del Festival da parte dell’emittente pubblica, magari attraverso altre emittenti interessate ad acquisire i diritti di quel festival”.

La convenzione con Sanremo e la Rai sta terminando. Auspica che il Festival resti al servizio pubblico? Ritiene che ci sia un disegno che coinvolge la politica per strappare la kermesse alla Rai?

“Non mi sembra opportuno, considerato il mio ruolo di Garante, intervenire su un tema che riguarda negoziazioni e contratti tra i titolari dei diritti del Festival e la Rai, azienda che Agcom regola. Chi lo facesse si esporrebbe al sospetto di voler creare un preciso clima di opinione al fine di influenzare queste negoziazioni”.

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