“Se nel 2013 sulla Web Tax mi avessero ascoltato avremmo risparmiato tempo, costi inutili e recuperato gettito fiscale”. E’ il commento del presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, in merito all’inchiesta in corso su Google che questa mattina si è vista recapitare dalla Guardia di Finanza un verbale di accertamento su una presunta evasione di 227 milioni di euro per il periodo compreso tra il 2009 e il 2013, su un imponibile di circa 300 milioni di euro.
“Se nel 2013 sulla ‘Web Tax’ mi avessero ascoltato avremmo risparmiato tempo …. Ora lavoriamo per soluzione definitiva”, incalza Boccia su Twitter.
#Google #Apple grandi aziende ma su #fisco serve soluzione definitiva. Se nel 2013 su #webtax mi avessero ascoltato..https://t.co/KUkSZu4Byv
— Francesco Boccia (@F_Boccia) 28 Gennaio 2016
“Ormai nei rapporti tra il fisco e le multinazionali del web la magistratura si è brillantemente sostituita ad un legislatore assente”, ribadisce il presidente della Commissione Bilancio della Camera.
Per Boccia, “Il problema non sono mai state le varie Google, Apple, Facebook, grandi multinazionali con le proprie strategie imprenditoriali che perseguono inevitabilmente i loro interessi, ma i regolatori spesso inadeguati e una Ue non all’altezza. Penso sia interesse prima di tutto delle stesse multinazionali del web chiarire la propria posizione con le amministrazioni fiscali dei Paesi in cui fanno business”.
“Alla fine – conclude Boccia – torneremo al punto di partenza, ritrovandoci sulla soluzione che avevo prospettato in Parlamento nel 2013, con le vicissitudini che tutti conosciamo: far pagare alle OTT le imposte indirette nel Paese in cui fanno i profitti. Oggi credo che siano le stesse Big del web a preferire questa soluzione con le amministrazioni fiscali. Non sarebbe stato più corretto, allora, farlo in un quadro normativo coerente, come chiediamo ormai da anni? Mi auguro si arrivi presto ad una soluzione definitiva, perché rischiamo di continuare a perdere anno dopo anno gettito fiscale”.
Tutti ricordiamo la storia della Web Tax e la battaglia politica dell’on. Boccia. Una proposta osteggiata dal governo che ha sempre girato la palla alla Ue che sta agendo anche se a rilento.
Il Premier Renzi aveva promesso un intervento durante il semestre di presidenza italiana della Ue. Cosa che però non è avvenuta, per cui al momento è operativa dal 1° gennaio 2014 solo la parte della norma che riguarda la tracciabilità dei pagamenti per i servizi online (ruling) mentre resta accantonata quella che introduceva l’obbligo di partita Iva italiana per le società che operano sul mercato della pubblicità online.
L’ultima uscita di Renzi sul tema è stata lo scorso settembre quando ha dichiarato che se la Ue non passerà ai fatti, dal primo gennaio del 2017 anche l’Italia avrà una Digital Tax.
L’ennesimo tentativo di rinviare la decisione.
Ora ci sta pensando la Magistratura che, come ha sottolineato Boccia, “si è sostituita brillantemente a un legislatore assente”.
Il governo intende ancora aspettare?