L'analisi

Caso Apple, ecco perché avrà un impatto sugli investimenti tecnologici in Irlanda

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Negli ultimi vent’anni, gli investimenti USA in tecnologie in Irlanda sono stati pari a 277 miliardi di dollari. Cosa succederà adesso?

“Non abbiamo fatto nulla di sbagliato e il governo irlandese non ha fatto nulla di sbagliato”. A dirlo è il Ceo di Apple, Tim Cook, intervenendo sulla tv pubblica dell’Irlanda, Rte, a due giorni dall’ingiunzione della Ue a restituire al Paese 13 miliardi di euro di tasse inevase.

Cook è amareggiato e le sue parole contro la Commissione Ue sono dure. Parla di decisione esclusivamente ‘politica’ e ‘antiamericana’.

L’Irlanda, ha sottolineato, farà la “cosa giusta” e presenterà un ricorso contro il provvedimento Ue, così come farà Apple.

Cook appare anche fiducioso sull’esito dell’azione legale: “I tribunali non hanno una visione politica e prenderanno la giusta decisione”.

Il governo irlandese ha, intanto, tenuto ieri una riunione straordinaria per discutere della decisione Ue.

L’esecutivo non ha però trovato l’accordo nonostante l’invito del Ministro delle Finanze, Michael Noonan, a preferire la strada del ricorso.

In molti vedono in quei 13 miliardi di euro una buona opportunità per la ripresa economica del Paese.

Domani ci sarà un incontro di gabinetto per prendere una decisione.

Una decisione fondamentale perché da questa dipenderà l’economia del Paese, considerando che finora molte multinazionali, come Google per esempio, hanno aperto la loro sede europea in Irlanda per avvantaggiarsi del regime fiscale notevolmente vantaggioso.

La posta in gioco è alta.

Il partito di governo Fine Gael ritiene che un fallimento nella procedura di ricorso possa mettere a rischio gli investimenti futuri da parte di aziende statunitensi e quindi l’intera politica nazionale di attrazione di imprese estere.

Lo stesso Cook ha fatto presente i danni prodotti sull’attrattività dell’Irlanda per gli investimenti esteri nel caso in cui il governo di Dublino accogliesse la decisione dell’Antitrust Ue.

“Gli investimenti aziendali – ha ricordato il Ceo di Apple – dipendono in realtà da un livello di certezza. Le persone hanno bisogno di sapere quali leggi sono in vigore”.

Secondo la Commissione Ue, Apple dovrà restituire 13 miliardi di euro di tasse non pagate per il periodo dal 2003 al 2014.

A titolo d’esempio, per Bruxelles nel 2011 il gruppo ha realizzato 16 miliardi di euro di utili ma grazie all’accordo fiscale con l’Irlanda ha pagato solo 10 milioni di euro di imposte sulla società.

L’anno successivo, ricorda sempre la Ue, l’Irlanda ha goduto di un piano di aiuti del FMI e dell’Ue dopo anni di austerity.

Ma per Cook è falso.

Nel 2011, indica il Ceo, Apple ha pagato 400 milioni di dollari con il tasso di imposizione in vigore del 12,5% e non dello 0,005%.

L’Impatto sull’Irlanda

L’Irlanda beneficia degli investimenti USA specie nell’ICT. Al momento nel Paese operano circa 700 aziende USA che impiegano circa 140 mila persone.

Negli ultimi vent’anni, gli investimenti diretti USA sono stati pari a 277 miliardi di dollari.

Il sito del turismo di Dublino ha mappato la città dal punto di vista tecnologico per individuare quante tech-company e startup hanno fatto della capitale irlandese la loro casa.

Il provvedimento Ue può fungere da monito per gli altri colossi tecnologici, tra cui Twitter, Facebook, Google e Airbnb, che hanno a Dublino la loro sede europea.

Apple da sola impiega circa 18 mila persone in tutto il Paese e presto ne saranno assunti altri mille negli uffici di Cork e se ne aggiungeranno molti altri una volta ultimati i lavori per la costruzione di un data cencer da 850 milioni di euro ad Athenry.

Apple ha già detto che la decisione Ue avrà “un profondo e dannoso impatto sugli investimenti e la creazione di posti di lavoro in Europa”.

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