Le Banche centrali europee vedono con una certa preoccupazione il trend in atto in alcuni paesi dell’Eurozona, come ad esempio la Svezia, che spinge verso un’accelerazione della moneta elettronica al posto del contante tradizionale. In altre parole, un mondo cashless, dove il denaro di carta venga eliminato del tutto, rappresenterebbe un rischio troppo elevato per il sistema con rischi imprevedibili in caso di cyberattacchi o blackout dei sistemi di pagamento digitale.
Rischio ‘digital failure’
Il rischio di “digital failure” insito in un processo di digitalizzazione dei pagamenti troppo spinto, peserebbe in primo luogo sui soggetti più vulnerabili e sulle fasce più deboli e meno digitalizzate della popolazione. E per questo chiedono di mantenere un forte peso e una forte presenza di denaro circolante. Questo in sintesi il messaggio di un’analisi condotta da Politico.eu.
Un problema di connessione al network della Visa lo scorso 2 giugno ha dato un piccolo assaggio del caos che si avrebbe se all’improvviso le transazioni elettroniche fossero indisponibili. La gente non poteva pagare con la carta per ciò che voleva acquistare, mostrando con evidenza il ruolo del contante come unica ancora di salvezza in caso di blocco improvviso dei sistemi di pagamento elettronico.
BCE, l’80% dei pagamenti ancora in contanti nella Ue
A novembre dell’anno scorso uno studio della Banca Centrale Europea ha mostrato che quasi l’80% dei pagamenti nell’Eurozona è ancora effettuato in contanti, anche se alcuni paesi come l’Olanda, l’Estonia e la Finlandia stanno già utilizzando la moneta elettronica per il 50% delle transazioni a livello nazionale.
In Svezia, soltanto il 13% delle transazioni in negozio avviene ancora in denaro contante, secondo uno studio della Banca Centrale svedese Riksbanken. Un paese, la Svezia, dove più della metà delle filiali bancarie non gestisce più denaro. Ma non tutti sono entusiasti di questo trend digitale. Björn Eriksson, responsabile del gruppo di lobby a favore del contante Cash Uprising ed ex responsabile anticrimine dell’Interpol, dice che il contante porta con sé molti vantaggi: “Lo puoi nascondere, lo puoi gestire, lo puoi toccare con mano”. La moneta digitale invece no.
Cosa succederebbe se il sistema di pagamento virtuale si spegnesse all’improvviso, magari per un attacco hacker?
Le banche centrali guardano con una certa preoccupazione al fenomeno della moneta virtuale.
“Il contante continuerà ad avere un ruolo importante nel sistema, le banche centrali ne sono certe – sostiene Ewald Nowotny, governatore della Banca Centrale austriaca – se ci fosse un grosso blackout, ad esempio, il cash diventerebbe l’unico strumento per effettuare dei pagamenti”.
La pensa allo stesso modo un dirigente della banca centrale olandese. “Siamo sotto attacco tutti i giorni. Se non hai le tue difese in funzione tutto il tempo, vedi l’attività (di cyberattacchi ndr) immediatamente”, ha detto Petra Hielkema, direttore pagamenti della Banca Centrale d’Olanda, che si occupa della cybesecurity dell’istituto, secondo cui il contante fornisce fiducia soprattutto alle fasce più deboli della società sul fronte digitale, in primo luogo anziani e persone disabili.
La spinta digitale contro l’evasione
La corsa al digitale del sistema bancario è legata in primo luogo a motivi di contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro sporco, senza dimenticare l’aumento della concorrenza nel settore. L’espansione del settore del Fintech, che può fornire pagamenti senza l’intermediazione delle banche, e il taglio delle commissioni sono alcuni degli strumenti utilizzati per spingere la diffusione del cashless. Lo stesso vale per lo stop all’emissione di nuove banconote da 500 euro da parte della Banca Centrale Europea nel 2016, anche se ad esempio in Germania ancora metà delle transazioni nazionali avviene in contanti a fronte di un 25,5% tramite carta. I pagamenti mobili rappresentano ancora una nicchia pari a meno dell’1% delle transazioni nazionali.
Il ruolo del contante
Ma le fonti ufficiali, quasi unanimi, sostengono che una quota di contante va comunque mantenuta in circolazione. Il Ministero del Tesoro in Gran Bretagna ha garantito che una parte di denaro contante sarà sempre disponibile per chi ne ha bisogno. Lo stesso vale per la Svezia, dove gli enti pubblici sono obbligati a continuare a prevedere pagamenti in contanti da parte dei cittadini, anche se il Governo spinge molto sui pagamenti elettronici anche in contrasto con la Banca Centrale che vorrebbe imporre alle banche del paese di continuare a gestire il contante. Il contante in circolazione in Svezia è passato da 100 miliardi di corone nel 2006 a meno di 60 miliardi nel 2016. Un trend verso la cashless society che ha spinto il governatore della Banca Centrale (Riksbanken) a lanciare un allarme lo scorso mese di giugno sul processo troppo rapido di virtualizzazione dei pagamenti in atto nel paese, che rischia di creare un mercato dominato soltanto da soggetti privati senza alternative pubbliche.