Procede negli Stati Uniti il processo contro Apple, sospettata di essersi accordata illegalmente con gli editori per far lievitare i prezzi degli eBook.
E così mentre la Ue indaga sugli accordi di Amazon con le case editrici sempre sui libri elettronici, la Corte d’appello USA ha confermato la sentenza del Tribunale di Manhattan del 2013 secondo la quale Apple è colpevole di cartello sul mercato degli eBook.
Due anni fa il giudice newyorchese Denise Cote aveva anche imposto al gruppo di Cupertino di astenersi dallo stringere nuovi contratti che violassero le leggi antitrust con gli editori.
Adesso il giudice d’appello Debra Ann Livingston ha concluso che “Apple ha violato la legge (…) attraverso un accordo orizzontale con gli editori perseguiti per aumentare i prezzi dei libri elettronici (…) l’ingiunzione del tribunale d’istanza è appropriata per prevenire tutte le condotte anticoncorrenziali in futuro”.
Apple dovrà quindi rispettare l’accordo stragiudiziale raggiunto a novembre con chi ha depositato la denuncia e con 33 Stati americani, secondo i quali dovrebbe versare 450 milioni di dollari a titolo di risarcimento ai clienti e consumatori lesi.
La società ha commentato ad Afp di essere ‘delusa’ e che esaminerà tutte le opzioni.
“Non abbiamo fatto nulla di sbagliato (…) e stiamo al momento esaminando i prossimi passi” da fare in questo caso giudiziario, ha replicato con una mail un portavoce del gruppo senza fornire ulteriori dettagli.
“Apple non ha cospirato per fissare i prezzi degli eBook e questa sentenza non cambierà questo fatto“, ha insistito il portavoce, lamentando che la Corte d’appello non ha riconosciuto, a suo dire, le innovazioni e le scelte offerte ai consumatori dalla biblioteca digitale di Apple.
In passato la società americana è finita anche sotto la lente dell’Antitrust europeo, sempre per gli accordi stretti con gli editori sul mercato eBook.
L’indagine si è chiusa nel 2012 con l’impegno di Apple e degli editori coinvolti a rimuovere le condizioni ritenute anti-competitive.
La Commissione sospettava che Apple e i quattro editori avessero violato le regole antitrust della Ue, che vietano cartelli e pratiche restrittive (art. 101 Trattato Ue), controllando insieme la vendita di eBook, attraverso l’imposizione di nuovi modelli di vendita all’ingrosso o con contratti di agenzia contenenti le stesse parole chiave (in particolare l’inusuale clausola ‘Most Favoured Nation‘ per i prezzi al dettaglio).
Se una delle società dovesse venir meno agli impegni, la Commissione Ue, così come prevede l’art. 9 del Regolamento antitrust, potrà immediatamente infliggere una multa calcolata fino al 10% del fatturato annuo mondiale delle parti coinvolte.