La Corte Suprema USA respinge l’appello di Apple, confermando la condanna per il gruppo a pagare 450 milioni di dollari per essersi accordata illegalmente con cinque editori per far lievitare i prezzi degli eBook a danno dei consumatori e di Amazon, leader nei libri digitali.
Ma anche la società di Jeff Bezos è finita sotto la lente della giustizia ed è stata coinvolta in un’indagine della Ue, ancora in corsa, per gli accordi stretti a sua volta con altre case editrici sempre per i libri elettronici.
La Corte Suprema ha così confermato la sentenza della Corte d’Appello e prima ancora quella del Tribunale di Manhattan che nel 2013 accusò Apple d’essere a capo di un cartello sul mercato degli eBook.
Tre anni fa il giudice newyorchese Denise Cote aveva anche imposto al gruppo di Cupertino di astenersi dallo stringere nuovi contratti che violassero le leggi antitrust con gli editori.
Le case editrici coinvolte – Harper Collins, Hachette, Macmillan, Pearson e Penguin – hanno già patteggiato per 166 milioni di dollari.
“Non abbiamo fatto nulla di sbagliato”, aveva dichiarato un portavoce di Apple dopo la sentenza della Corte d’Appello.
“Apple non ha cospirato per fissare i prezzi degli eBook e questa sentenza non cambierà questo fatto”, aveva aggiunto il portavoce.
Adesso, però, dopo la sentenza della Corte Suprema, la web company dovrà rispettare l’accordo stragiudiziale raggiunto nel 2014 con chi ha depositato la denuncia e con 33 Stati americani e versare i 450 milioni di dollari a titolo di risarcimento ai clienti e ai consumatori lesi.
La vicenda risale al 2010. Dalle carte processuali è emerso chiaramente che l’obiettivo di Apple, dopo l’uscita del suo iPad, era di eliminare la concorrenza, in particolare Amazon, facendo lievitare i prezzi dei libri digitali.
Secondo il Dipartimento di Giustizia USA, gli editori ritenevano troppo bassi i prezzi fissati da Amazon per le novità e i best-seller, e l’accordo con Apple aveva consentito di aumentarli fino a 14,99 dollari.
La compagnia, allora guidata da Steve Jobs, aveva lanciato l’iPad nella primavera del 2010, da allora, i prezzi della maggior parte degli eBook erano aumentati di oltre il 15%.
Davanti alla Corte D’Appello di New York, l’avvocato del DoJ Lawrence Buterman, aveva descritto, con dovizia di particolari, “lo schema messo in piedi da Apple” che aveva, “scientemente e intenzionalmente aiutato” gli editori ad alzare i prezzi.
La denuncia era stata fatta scattare dal Dipartimento della Giustizia nel 2012 e, dopo un iniziale verdetto contro Apple, era proseguita in Corte D’Appello dove anche qui era stata pronunciata una sentenza contro l’azienda ora confermata anche dalla Corte Suprema.