Dopo anni di trattative finalmente arriva l’accordo per un caricabatterie universale per smartphone, tablet e fotocamere digitale. I produttori avranno 24 mesi di tempo per adeguarsi (in modo particolare Apple).
La direttiva, annunciata oggi dalla commissione per il Mercato interno del Parlamento europeo, prevede di utilizzare un punto di ricarica comune USB-C per tutti i dispositivi mobili e di rendere i protocolli software di ricarica interoperabili tra marchi. Nell’ottica di ridurre i rifiuti elettronici, stop anche alla vendita di caricabatterie nuovi per ogni dispositivo: i consumatori avranno la possibilità di usare i loro vecchi cavi.
“La regola” per l’introduzione del caricabatterie universale USB-C “vale per tutti, non è fatta contro nessuno. Non costringiamo nessuno a entrare nel mercato interno, ma ci sono delle regole che si applicano a tutti”. Così il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, rispondendo a una domanda sull’eventualità che Apple non si adegui alla direttiva europea. “Inizieremo ad applicare le regole tra 24 mesi, lasciamo alle società” del tech “due anni, sono più che sufficienti, ma le incoraggiamo ad adeguarsi prima. A buon intenditore poche parole”, ha aggiunto.
Caricabatterie: 11mila tonnellate annue di rifiuti elettronici
Nel 2020 fonti UE hanno rilevato che nell’area Euro sono stati venduti circa 420 milioni di telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici portatili. Inoltre, si è osservato che i consumatori in media possiedono circa tre caricabatterie per smartphone, di cui almeno due regolarmente. Nonostante ciò, il 38% dei consumatori ha riferito di aver riscontrato, almeno una volta, problemi di impossibilità di ricarica del dispositivo per l’incompatibilità del caricabatterie.
D’altro canto, nell’attuale scenario vengono venduti sempre più caricabatterie non intercambiabili o non necessari, provocando dei costi in eccesso a carico dei consumatori, che spendono circa 2,4 miliardi di euro all’anno in caricabatterie autonomi che si aggiungono a quelli già forniti insieme ai dispositivi elettronici (senza calcolare il disagio). A ciò si aggiunga che i caricabatterie smaltiti e inutilizzati, che costituiscono rifiuti elettronici, vengono stimati in circa 11.000 tonnellate annue. È evidente che tale scenario rappresenta anche un’importante sfida che va affrontata nella prospettiva della tutela dell’ambiente.
“L’accordo è una tappa fondamentale dopo oltre di 10 anni di lavoro a questa direttiva”. Così Alex Agius Saliba, eurodeputato socialista maltese e relatore per il Parlamento europeo sulla direttiva per l’adozione di caricabatterie unico, in conferenza stampa dopo l’accordo politico raggiunto tra le istituzioni Ue. “Grazie alla norma saranno risparmiati oltre 250 milioni di euro spesi dai consumatori in caricabatterie inutili” che generano “tra le 13 e le 15 mila tonnellate d rifiuti elettronici, ha spiegato Saliba. “Tra i prodotti in inclusi nella lista di prodotti o cui caricabatterie dovranno convergere nell’uso di un caricabatterie con di tipo l’Usb-C ci saranno laptop, telefonini, tablet cuffie, auricolari e-Reader a altri prodotti” ma per i laptop la scadenza verrà posticipata “di 16 mesi per permettere al mercato di allinearsi”. conclude l’eurodeputato.