Spagna, indipendentisti assaltano il Parlamento a un anno dal referendum sulla Catalogna
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – Caos e scontri sono esplosi lunedi’ a Barcellona in occasione della mobilitazione convocata dalla Piattaforma 1-O, per commemorare il primo anniversario del referendum illegale sulla Catalogna, che ha portato in piazza decine di migliaia di manifestanti. La notizia e’ oggi in apertura di tutti i principali quotidiani spagnoli. La tensione, in crescendo durante tutta la giornata a causa di numerose proteste che hanno portato al blocco di strade e ferrovie, minaccia ora di provocare una crisi istituzionale di primo ordine. Il presidente della Generalitat, QuimTorra e il suo governo, hanno provato sulla propria pelle cosa significhi il ripudio della base che si e’ rivoltata contro di loro per aver tradito lo “spirito del 1-O” e per non essersi apertamente opposti al potere di Madrid. I Mossos d’Esquadra, che sin dalla mattina avevano cercato di evitare confronti diretti con la piazza, intorno alle 22 sono stati costretti a caricare contro un gruppo di circa 100 separatisti radicali che aveva preso d’assalto il Parlamento e assediato il quartier generale della polizia di Via Laietana, nel centro della citta’. Le cariche della polizia hanno dato l’impressione che la manifestazione, fino a quel momento sostenuta dal governo catalano, dai partiti indipendentisti e dalle organizzazioni civili, sia alla fine completamente sfuggita di mano. Per l’ex primo ministro spagnolo Jose’ Maria Aznar, le azioni dei separatisti in Catalogna hanno una “straordinaria somiglianza” con il colpo di Stato dell’ottobre del 1934. “Senza lo stato di diritto non c’e’ liberta’, democrazia, ordine o convivenza possibile. Nessuno puo’ essere al di sopra della legge” ha dichiarato Aznar, riferendosi alle proteste messe in campo dai Comitati di difesa della Repubblica (Cdr) che hanno persino rimosso con la forza la bandiera spagnola della Generalitat a Girona.
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Usmca, il Canada “capitola” sul copyright nel nuovo Accordo
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – Il Canada ha capitolato in tema di copyright nel nuovo accordo commerciale trilaterale nordamericano con un nuovo capitolo sul “commercio digitale” che potrebbe avere implicazioni di ampia portata su tutto, dai contenuti canadesi online alla privacy. Il nuovo accordo Stati Uniti-Messico-Canada (Usmca) impone al Canada di estendere la durata del copyright di 20 anni, dai 50 anni dalla morte dell’autore agli attuali 70. Anche se questo sembra un cambiamento relativamente minore, il professore dell’Universita’ di Ottawa, Michael Geist, intervistato dal quotidiano “Toronto Star”, ha affermato che i costi associati potrebbero essere significativi. “Penso che sia una brutta notizia per i canadesi, cattive notizie da un punto di vista culturale e patrimoniale”, ha detto Geist, che ha suggerito al governo di “approfondire” la questione. “Scopriremo che la cultura e il patrimonio canadesi sono bloccati, fuori dal dominio pubblico per altri due decenni. Il Canada ha resistito a queste riforme nonostante la pressione degli Stati Uniti per un lungo periodo … (Significa) che le opere che altrimenti potrebbero accedere alle scuole sotto il dominio pubblico non non potranno farlo per un altro paio di decenni, il che potrebbe aumentare i costi dell’istruzione”. Geist ha anche sostenuto che l’estensione dei brevetti sui farmaci biologici a 10 anni potrebbe avere un costo “enorme” sul sistema sanitario aumentando il prezzo dei farmaci generici. Lunedi’ gli esperti stavano ancora esaminando l’accordo commerciale raggiunto tra Canada, Stati Uniti e Messico dopo un anno di intensi negoziati. Gran parte della reazione iniziale si e’ focalizzata sull’impatto per il settore automobilistico canadese, che sembra aver temporaneamente evitato i dazi statunitensi, e sulle concessioni del governo liberale all’industria lattiero-casearia gestita dal Canada. Tuttavia, le protezioni per i settori culturali del Canada paiono rimaste in gran parte intatte, dopo che il primo ministro Justin Trudeau ha affermato che il loro blocco avrebbe rappresentato la “linea rossa” nei negoziati. L’accordo mantiene le esenzioni culturali per contribuire a preservare “il nostro unico carattere canadese” e proteggere il bilinguismo ufficiale, ha dichiarato oggi ai giornalisti il ministro degli Affari esteri Chrystia Freeland. Come il precedente accordo Nafta, l’Usmca esenta specificamente l’industria culturale canadese. Ma mentre l’esenzione copre prodotti come libri, musica e programmi televisivi, Meredith Lilly della Carleton University ha detto che non sembra riguardare i prodotti digitali. “Ho letto che e’ esattamente lo stesso linguaggio che abbiamo avuto per 30 anni, ma i prodotti digitali sono nuovi e non c’e’ menzione di essi nell’esenzione”, ha detto oggi Lilly.
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Stati Uniti, capo dei Repubblicani al Senato, “campagna diffamatoria” contro Kavanaugh
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – Il leader della maggioranza repubblicana al Senato degli Stati Uniti, Mitch McConnell, ha respinto con forza le accuse contro il candidato della Corte suprema, Brett Kavanaugh, definendole un caso evidente di “character assassination” da parte dei Democratici, e ha ribadito che il Senato votera’ questa settimana la conferma della nomina, dopo che il presidente Usa Trump ha acconsentito a una settima verifica del profilo del giudice da parte dell’Fbi. Secondo il quotidiano “Washington Post”, il presidente Donald Trump ha seminato ulteriore confusione oggi sulla portata dell’indagine del Federal Bureau of Investigation (Fbi) sulle accuse di violenza sessuale contro Kavanaugh, offrendo poca chiarezza su chi verra’ interrogato nei prossimi giorni. Trump ha dichiarato in conferenza stampa di essere aperto a “un’indagine molto esaustiva” ma ha suggerito in diversi punti che l’inchiesta sarebbe stata guidata dalle indicazioni dei senatori repubblicani e che l’Fbi avrebbe potuto decidere chi interrogare a patto che fosse “entro limiti ragionevoli”. Il capo della Casa Bianca ha sottolineato che vuole che l’agenzia investigativa si muova rapidamente e ha confermato il suo sostegno al candidato alla Corte suprema, lodandolo per aver vissuto “una vita esemplare” e lamentando l’effetto delle accuse non circostanziate sulla moglie e i figli di Kavanaugh.
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Spagna, i Mossos d’Esquadra chiedono a Torra di non interferire con il lavoro della polizia
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – I Mossos d’Esquadra e il governo della Catalogna sono ad un passo dallo scontro diretto dopo l’anniversario del referendum sull’indipendenza del 1 ottobre, che si e’ risolto ieri con proteste, blocchi stradali e una manifestazione che ha portato in piazza decine di migliaia di persone a Barcellona. Le tensioni fra i vertici della polizia locale e la Generalitat erano salite alle stelle gia’ dallo scorso weekend quando il presidente Quim Torra aveva commentato con un “fate bene a fare pressioni” le proteste dei Comitati di difesa della Repubblica (Cdr) che da sabato hanno iniziato a imbrattare muri con slogan e insultare la polizia catalana. “Il mondo e’ sottosopra”, hanno lamentato i comandanti del corpo, lamentando l’interferenza della politica nelle loro decisioni. “Ci stiamo muovendo verso il conflitto”, hanno aggiunto le stesse fonti citate dal “Pais”. “Non possiamo lodarli con la mano sinistra e combatterli con la destra”, hanno dichiarato. Il miglior esempio di questa pratica, hanno spiegato, e’ l’accampamento indipendentista in Plaça de Sant Jaume a Barcellona: prima che i Mossos decidessero come procedere a riguardo, il responsabile dell’Interno Miquel Buch aveva gia’ detto pubblicamente che non sarebbe stato sgomberato. Torra, dunque, aveva incoraggiato i campeggiatori a restare prima che i Mossos si vedessero costretti a liberare la piazza fra sonore proteste.
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Brexit, la sfida finale dei Tory ribelli alla premier Theresa May
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – La Conferenza annuale del Partito conservatore in corso a Birmingham tra oggi martedi’ 2 ottobre e domani mercoledi’ 3 potrebbe vedere il precipitare di quel dramma politico che tutta la Gran Bretagna attende con il fiato sospeso sin dall’indomani delle ultime elezioni parlamentari: la sfida finale lanciata formalmente ed ufficialmente dai rivali del primo ministro Theresa May. Lo sostiene il quotidiano filo-laborista “The Guardian”, che a queste due giornate finali della kermesse dei Tory dedica il titolo di apertura della sua prima pagina: l’articolo segnala che si stanno facendo sempre piu’ numerose le voci di esponenti conservatori di rango che chiedono alla premier May di farsi da parte. L’ultimo intervento, in ordine di tempo ma non di importanza, a dimostrare quanto siano profonde le divisioni tra i Tory e’ stato quello della leader scozzese Ruth Davidson, protagonista di una clamorosa rimonta che alle elezioni ha conquistato in Scozia voti e consensi come il Partito conservatore non vedeva da decenni: la quale ha lanciato un accorato appello all’unita’ del partito, sollecitando i suoi iscritti ed i suoi parlamentari a schierarsi compattamente dietro la premier May in un momento decisivo della storia del paese in vista della Brexit, che scattera’ il 29 marzo del 2019. Le modalita’ di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea resta la pietra della discordia; e proprio facendo leva sulla profonda insoddisfazione diffusa tra i Conservatori per il contorno andamento dei negoziati condotti dalla premier May sui futuri rapporti dopo il divorzio, la sfida per la guida del partito e del governo potrebbe essere lanciata dall’ex ministro degli Esteri Boris Johnson, il ribelle capofila dei “Brexiters” che oggi salira’ alla tribuna di Birmingham. Ieri le sue ambizioni di leadership hanno ricevuto una fortissima spinta da una formazione politica alleata, il Partito democratico unionista (Dup) che rappresenta i protestanti lealisti dell’Ulster (l’Irlanda del Nord britannica) ed i cui sette voti al Parlamento di Westminster sono la stampella su cui si regge l’attuale esecutivo. La leader del Dup Arlene Foster ha definito “positiva” la visione della Brexit che Boris Johnson ha esposto nella sua rubrica settimanale sul quotidiano “The Telegraph”, una visione visione diametralmente opposta agli obbiettivi “compromissori” che invece la May sta cercando di raggiungere nei negoziati con l’Ue. La Foster ha lodato la “fede” e lo “spirito” dell’ex ministro degli esteri lui mostrato: e si e’ spinta fino a dirsi pronta a collaborare ad un governo diretto da Boris Johnson, se questi riuscisse a scalzare la premier May ed a conquistare la guida del Partito conservatore. Il “Guardian” ovviamente in questa lotta al coltello tra i Conservatori ci sguazza: quotidiano fiancheggiatore del Partito laborista, si augura infatti che il crollo del governo May possa spianare la strada a nuove elezioni che il leader laborista Jeremy Corbyn e’ convinto di poter vincere a man bassa proprio gazie al disgusto dell’elettorato per lo spettacolo offerto dalle divisioni dei Conservatori.
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Italia, i Cinquestelle definiscono “nemici dell’Italia” i critici della “Finanziaria del popolo”
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – La coalizione tra Lega e Movimento 5 Stelle (M5S) al governo in Italia ha definito “terrorismo mediatico” le critiche alla legge di bilancio che aumenta la spesa pubblica e “nemici dell’Italia” quanti hanno criticato il provvedimento. Lo scrive oggi il quotidiano britannico “The Times”, riferendo il contenuto dell’attacco sferrato dal vicepresidente del Consiglio, ministro dello Sviluppo economico e capo politico del M5S Luigi Di Maio dopo le critiche espresse dalla stampa italiana nei confronti della legge di bilancio per il 2019, in cui sono previsti sussidi pubblici e tagli di tasse che nel prossimo anno porteranno il deficit al 2,4 per cento del Pil. Per “The Timese”, Di Maio ha inoltre accusato i vertici dell’Ue di influenzare i mercati finanziari contro l’Italia. Il capo politico del M5S ha dichiarato che la reazione negativa mostrata ieri, 1 ottobre, dai mercati e’ stata provocata dai cattivi commenti della stampa di opposizione alla legge di bilancio. Quella che i partiti populisti al governo a Roma hanno definito “la Finanziaria del popolo”, e che fara’ ulteriormente salire l’enorme debito pubblico dell’Italia oltre l’attuale ammontare di 2,4 mila miliardi di euro (corrispondenti piu’ o meno al 130 per cento del Pil), potrebbe essere bocciata dalla Commissione europea. Intanto, annota il “Times”, la bozza della legge di bilancio approvata da Palazzo Chigi ha gia’ fatto salire i tassi di interesse che l’Italia deve pagare, con un aggravio di 3 miliardi di euro per i conti pubblici del prossimo anno. Il “Times” ricorda infine come gli aspri toni usati ieri da Di Maio non siano affatto nuovi per il governo di Lega e M5S. Nella scorsa settimana avevano suscitato accese polemiche le dichiarazioni registrate in cui Rocco Casalino, il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aveva minacciato di licenziamento i funzionari del ministero dell’Economia e delle finanze che avevano sollevato obiezioni ai piani di aumento della spesa pubblica.
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Francia, il presidente Macron alla conquista dell’elettorato
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron cerca di riacquistare la fiducia dei suoi connazionali. Lo riferisce il quotidiano francese “Les Echos”, ricordando che il capo dell’Eliseo nel corso della visita nelle Antille francesi della scorsa settimana ha lanciato una “operazione riconquista”. “Non sono perfetto, ci sono delle cose che bisogna correggere” ha affermato Macron, che si dice attento e pronto ad ascoltare e capire le ragioni dell’elettorato. “E’ molto lucido sui problemi che gli vengono posti, e’ troppo vulcanico” afferma un collaboratore di Macron. Il capo dello Stato francese ha chiesto ai suoi ministri una maggiore “azione e visibilita’ sugli annunci” delle riforme. Nei prossimi giorni il ministro della Salute, Agnes Buzyn, e quello del Lavoro, Muriel Penicaud, saranno piu’ presenti sui media a causa delle riforme in preparazione riguardanti, le pensioni e il piano contro la poverta’.”Les Echos” nota che “tutti i livelli della macronia” stanno cercando di migliorare l’immagine presidenziale per far risalire il capo dello Stato nei sondaggi in vista delle prossime elezioni europee, che si terranno a maggio del 2019. “Bisogna condurre il paese, non lo si conduce piu'” ha affermato Richard Ferrand, presidente dell’Assemblea nazionale e fedelissimo della prima ora del presidente Macron.
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Francia, presidente Macron rifiuta dimissioni ministro dell’Interno Collomb
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, avrebbe respinto le dimissioni presentategli dal suo ministro dell’Interno, Ge’rard Collomb. Lo rivela in esclusiva il quotidiano francese “Le Figaro”, ricordando che Collomb il 18 settembre scorso ha annunciato di volersi candidare a sindaco di Lione per le elezioni del 2020, senza pero’ abbandonare il suo posto prima delle europee del prossimo anno. Collomb ha riferito al quotidiano di aver voluto presentare prima le dimissioni per non mettere in difficolta’ il ministero che dirige. Confermandolo alla guida di Place Beauvau, Macron ha messo fine ai tentativi di destabilizzazione di cui e’ stato vittima il ministro. Intanto, comincia il toto-nomi sul successore che subentrera’ una volta che Collomb lascera’ definitivamente il posto per dedicarsi alla campagna elettorale della citta’ di Lione. Tra i piu’ accreditati c’e’ l’attuale ministro dei Conti pubblici, Gerard Darmanin. Per il momento, nessun membro della squadra di Collomb ha annunciato le dimissioni. L’unica eccezione e’ quella di Jean-Marie Girier, diventato collaboratore del neo-eletto presidente dell’Assemblea nazionale, Richard Ferrand.
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Germania, sondaggio, fiducia nel cancelliere Merkel su scala mondiale supera quella in Trump e Putin
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – Il mondo pare avere molta piu’ fiducia nel cancelliere tedesco Angela Merkel che nei presidenti di Stati Uniti e Russia, rispettivamente Donald Trump e Vladimir Putin. E’ quanto si apprende da un sondaggio condotto su un campione di 26mila persone in 25 paesi dall’istituto di ricerca statunitense Pew Research Center. I risultati dell’indagine demoscopica sono stati pubblicati oggi dal quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Il 52 per cento degli intervistati dal Pew Research Center ha dichiarato di avere fiducia in Merkel, mentre il 31 per cento ha affermato di non fidarsi del cancelliere tedesco. Di Trump si fida, invece, soltanto il 27 per cento del campione, mentre il 70 per cento non ha fiducia nel presidente degli Stati Uniti. Per Putin, l’indice di fiducia tocca il 30 per cento. Oltre che da Merkel, il presidente della Russia e’ superato dai capi di Stato di Francia e Cina, rispettivamente Emmanuel Macron e Xi Jinping. Per il presidente francese, la fiducia e’ al 46 per cento, mentre per il capo dello Stato cinese il dato scende al 34 per cento.
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Germania, ministro Interno Seehofer appoggera’ ricandidatura cancelliere Merkel a guida Cdu
02 ott 10:53 – (Agenzia Nova) – Al prossimo congresso dell’Unione cristiano-democratica (Cdu) che si terra’ ad Amburgo dal 6 all’8 dicembre prossimo, la ricandidatura del cancelliere tedesco Angela Merkel alla presidenza del partito potra’ contare su un appoggio importante: quello di Horst Seehofer, ministro dell’Interno della Germania e leader dell’Unione cristiano-sociale (Csu). E’ stato lo stesso Seehofer ad annunciare nella giornata di ieri, 1 ottobre, il proprio appoggio alla ricandidatura di Merkel alla presidenza della Cdu, che il cancelliere tedesco detiene dal 2000. Secondo quanto riferito dal quotidiano tedesco “Muenchner Merkur”, prima della riunione del consiglio della Csu tenuta ieri a Monaco, Seehofer ha dichiarato: “Il cancelliere ha annunciato la sua candidatura. Ne sono lieto e faro’ tutto il possibile per garantire che entreremo in acque piu’ calme”.Tali affermazioni assumono particolare importanza se si considera l’elevata tensione che ha sempre animato i rapporti tra Seehofer e Merkel. I leader di Csu e Csu, pur al governo della Germania nella Grande coalizione con il Partito socialdemocratico (Spd) da marzo scorso, sono distanti su diverse questioni. Lo scontro piu’ duro tra il cancelliere tedesco e il suo ministro dell’Interno si e’ consumato sulla questione migratoria. Mentre Merkel sostiene una politica che coniuga l’accoglienza dei migranti alla sicurezza, Seehofer e’ favorevole a una netta riduzione del numero di profughi che entrano in Germania e alla rapida espulsione degli irregolari.
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