Resta ancora aperta la questione sul canone delle frequenze tv, sulla quale si è aperta un’ampia contestazione all’indomani della delibera Agcom che ha fissato le nuove modalità di calcolo.
A quanto apprende Key4biz, l’emendamento che regolerà la situazione è già pronto.
Il Ministero dello Sviluppo economico ha già fatto tutti i passi necessari bisognerà adesso attendere che siano anche gli altri Dicasteri a muoversi.
Il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, si è opposto da subito e in maniera molto chiara alla Delibera Agcom, come ha avuto modo di chiarire anche nell’ultima audizione di Commissione di Vigilanza, sostenendo che bisogna “trovare una modalità che consenta al Governo di rinviare di un anno le determinazioni dell’Agcom con un regime provvisorio che proroghi le disposizioni precedenti”.
La materia è ovviamente molto delicata e bisogna procedere con attenzione per evitare di produrre atti che possono essere giuridicamente impugnabili.
In ogni caso la via per fermare l’applicazione di questa controversa delibera c’è. Si può, infatti, intervenire immediatamente con un emendamento e poi, l’anno prossimo, avviare un processo per ridisegnare l’intero schema.
L’attuale delibera, infatti, fa riferimento a un sistema ormai passato e legato al mondo dell’analogico.
Giacomelli lo ha spiegato bene in Vigilanza, precisando che “…il quadro normativo su cui ha lavorato l’Agcom per la definizione dei nuovi criteri non ha mai compiutamente preso atto del passaggio dal sistema analogico e quello digitale, nel quale emergono due categorie distinte, quella degli operatori di rete e dei fornitori di contenuti”.
Vi è infine da considerare la procedura di infrazione che pende sul sistema televisivo italiano a Bruxelles: la delibera Agcom così com’è non aiuta a superare la procedura d’infrazione sul settore televisivo. Molti hanno criticato la delibera Agcom perché garantirebbe un consistente sconto a Rai Mediaset sui canoni, il che non sarebbe benvisto in Europa in ottica di superamento della procedura di infrazione in essere nei confronti dell’Italia.
Secondo Giacomelli, infine, “vi è il rischio che sia spostato sull’emittenza locale un rischio e un onere da rendere impraticabile quel mercato per qualsiasi operatore”.