Canone tv anche per smartphone e tablet? La Francia dice ‘no’. Il presidente François Hollande ha detto pubblicamente di “non essere favorevole” a un canone audiovisivo “esteso agli oggetti connessi” né al ricorso “esagerato” a questa imposta per finanziare la tv pubblica.
In Italia, dove sta procedendo in Parlamento la riforma Rai, il Ministero dello Sviluppo economico non ha accolto possibili tentativi in questa direzione.
Anche il presidente francese ha preso una chiara posizione, davanti ad alcune proposte che suggerivano di far pagare il canone anche a chi guarda i programmi della tv pubblica su dispositivi mobili.
Hollande ha precisato che “c’è bisogno di finanziamenti” per il servizio pubblico audiovisivo, “ma il canone televisivo non può essere la variabile di aggiustamento”.
E’ necessario, ha ribadito Hollande, gestire al meglio “la richiesta di contributi”.
Per questa ragione, ha proseguito, bisognerà tener conto della “necessità di finanziare il servizio pubblico” ma senza “ricorrere al canone in modo esagerato”.
Questa è la risposta di Hollande alle diverse proposte presentate nelle ultime settimane per salvare i conti in rosso di France Télévisions e Radio France, tra le quali quelle appunto di collegare il canone agli abbonamenti internet.
In realtà in governo francese è diviso su questo punto. Il Ministro alla Cultura Fleur Pellerin vorrebbe estendere il canone ai dispositivi mobili ma questa proposta non trova d’accordo il Segretario di Stato per il digitale Axelle Lemaire.
Hollande ha scelto da che parte stare: “Ho sentito il presidente di France Télévisions, Delphine Ernotte, dire che vorrebbe avere un settore audiovisivo pubblico forte, ne abbiamo bisogno, il canone ha una sua funzione (in tutto questo)” ma bisogna pensare anche ad altre strategie.
Ernotte, ha concluso Hollande, “ha poteri di iniziativa che gli competono, come l’informazione, questo può essere un modo per il servizio pubblico d’esistere anche sul digitale”.