La Legge di Stabilità approda al Senato. Il prossimo appuntamento sarà quello in Commissione Bilancio, previsto per i primi giorni di novembre. Dopo l’esame del provvedimento (52 articoli) entrerà nel vivo col passaggio in Aula.
Non mancheranno le polemiche su questo testo che ha già sollevato le obiezioni per la parte riguardante il contante, i tagli alla spesa per l’informatica per le pubbliche amministrazioni e le grosse novità apportate dalla decisione di collegare il canone Rai in bolletta elettrica, per contrastare la forte evasione.
“Siamo in attesa del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che definisca i dettagli operativi”, ha detto il presidente di Enel, Patrizia Grieco. Inoltre, “proseguono i tavoli tecnici e le associazioni di categoria stanno studiando le soluzioni più adatte per un dialogo costruttivo tra operatori e governo”, ha concluso.
Ed è già scontro con Usigrai per il fatto che la norma prevede che per i primi due anni i proventi del canone vengano destinati a ridurre le tasse.
Per gli anni dal 2016 al 2018, si legge nel testo, le eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone (non quantificate) sono riservate all’erario per essere destinate al fondo per la riduzione della pressione fiscale.
Con una nota, Usigrai dichiara: “Neanche 1 euro del recupero dell’evasione finirà nelle casse della Rai. E, per di più, è confermato il taglio del 5% già deciso con la precedente Legge di Stabilità. In sostanza, si chiedono soldi ai cittadini dicendo che sono per la Rai e li si utilizzano per altro”.
L’articolo 10, dedicato al canone Rai, conferma il taglio a 100 euro (da 113,5) come era già stato annunciato dal governo, a partire dal 1° gennaio 2016.
Diversamente da quanto circolato qualche settimana fa, il pagamento del canone non avverrà in due rate ma in un’unica soluzione. Con la prima bolletta successiva alla data di scadenza per il pagamento del canone.
Pagherà chi possiede un televisore o una radio mentre sono esclusi altri apparecchi come pc, tablet e smartphone (almeno per ora).
La detenzione o l’utilizzo di un apparecchio, si legge nell’articolo 10, “si presumono altresì nel caso in cui esiste un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica”.
Più precisamente: “Il canone è dovuto una sola volta in relazione agli apparecchi di cui al primo comma detenuti o utilizzati nei luoghi adibiti a propria residenza o dimora dallo stesso soggetto e dai soggetti appartenenti alla stessa famiglia anagrafica”.
Altra novità: qualora si siano date autorizzazioni alle società elettriche per l’addebito diretto delle bollette sul conto corrente bancario o postale, “si intendono in ogni caso estese al pagamento del canone di abbonamento televisivo”.
Quanto alla sanzione per il mancato pagamento del canone, nel testo resta quella attuale da due a sei volte l’importo.
L’articolo 10 prevede che “In caso di violazione degli obblighi di comunicazione e di versamento dei canoni di cui al comma 3, si applicano rispettivamente, le sanzioni di cui agli articoli 5, comma 1, e 13, comma 1, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n 471”.
Ok anche allo scambio di informazioni sugli utenti chiamati a pagare il canone.
La norma stabilisce che : “E’ autorizzato lo scambio e l’utilizzo dei dati relativi alle famiglie anagrafiche, alle utenze per la fornitura di energia elettrica, ai soggetti tenuti al pagamento del canone di abbonamento alla televisione nonché ai soggetti esenti, da parte dell’Anagrafica tributaria, dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il sistema idrico, dell’Acquirente unico spa, del Ministero dell’Interno, dei Comuni, nonché degli altri soggetti pubblici o privati che ne hanno la disponibilità”.
La Legge demanda a un decreto del Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e Finanze, sentita l’Autorità energia elettrica, il gas ed il sistema idrico, i dettagli tecnici da adottare entro 45 giorni dall’entrata in vigore della presente legge.