La soluzione

‘Canone Rai in bolletta, sarà il caos’. Intervista a Massimiliano Dona (UNC)

a cura di Raffaella Natale |

Il Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori lancia l’allarme e spiega come si potrebbe risolvere il problema dell’evasione, evitando di trattare chi non paga come un criminale.

La norma alla legge di Stabilità che prevede di collegare il canone Rai in bolletta elettrica sta facendo molto discutere. Previste sanzioni salate per gli evasori (si parla di 500 euro) e per i gestori che non comunicano i nomi dei morosi all’Agenzia dell’Entrata, autocertificazioni per chi non possiede un dispositivo (oltre alla Tv, Tablet, Smartphone e Pc) per guardare i programmi televisivi, ma anche un complesso sistema per far confluire in un’unica banca dati i nomi di chi non paga.

Ne abbiamo parlato con Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori.

 

Key4biz.  Il canone Rai finirà nella bolletta elettrica, cosa ne pensa?

 

Massimiliano Dona. Questo è un Paese nel quale le società elettriche hanno già parecchi problemi con la puntualità nell’invio delle bollette dell’energia e del gas, figurarsi se si dà loro un compito aggiuntivo!

Basti pensare che a luglio di quest’anno l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato procedimenti istruttori contro 4 società accusate di fatturare sulla base di consumi presunti invece che effettivi, di non considerare le autoletture, di inviare maxibollette per conguagli pluriennali, di non aver registrato i pagamenti effettuati mettendo in mora clienti innocenti, talvolta fino al distacco della fornitura. E non stiamo parlano di società minori e piccoline, ma parliamo di colossi dell’energia.

Key4biz.  Cosa potrebbe succedere?

Massimiliano Dona. Considerato che in Italia ci sono 461 società elettriche, temiamo purtroppo che con l’aggiunta del canone non mancheranno gli abusi e gli invii a vanvera… se poi il Governo non rinvierà il pagamento del canone, da fine gennaio a fine giugno, regnerà il caos totale!

Key4biz.  E’ possibile apportare un simile cambiamento con la Legge di Stabilità?

Massimiliano Dona. No. Non si può far pagare il canone in bolletta senza una modifica, con legge ordinaria, del Regio decreto legge del 1938 che lo ha introdotto. E questa modifica non si può fare con un comma inserito nella Legge di Stabilità.  Lex specialis derogat generali, la norma speciale deroga quella generale, è un principio cardine degli ordinamenti giuridici. Ebbene il canone della Rai ha origine da una legge speciale, che disciplina in modo specifico gli abbonamenti alle radioaudizioni. Derogarla con un comma di una legge generale è nella migliore ipotesi un abuso, nella peggiore presenta profili di illegittimità.

Key4biz.  Parliamo degli evasori…

Massimiliano Dona. Sicuramente un altro aspetto da non sottovalutare è proprio quello relativo ai controlli: non si può considerare chi non ha la televisione come un criminale. Delle due l’una: o è sufficiente autocertificare di non possedere una tv e non succederà più nulla, con buona pace della lotta all’evasione. Oppure chi autocertifica subirà una perquisizione in casa della Guardia di Finanza e sarà trattato alla stregua di un criminale. Seppur da stigmatizzare, il fenomeno dell’evasione non può essere risolto così.

Key4biz.  Bisogna allora rinunciare a combattere l’evasione?

Massimiliano Dona. No, qualcosa si potrebbe fare.

Key4biz.  Cosa?

Massimiliano Dona. La nostra proposta è di incrociare i dati degli abbonati Rai con quelli degli abbonati alle pay tv.

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