La Rai chiude il bilancio 2015 riducendo le perdite e pensa già al futuro. Il piano industriale del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto è pronto a essere lanciato e vedrà in primo luogo la trasformazione della tv pubblica in una media company digitale (è in corso anche la consultazione per la ridefinizione della mission) che dovrebbe quindi essere multipiattaforma, multiscreen, adeguata all’evolvere delle nuove esigenze dei consumatori, declinata anche ai nuovi standard tecnologici come l’Ultra Alta Definizione (4K) con la quale la Rai farà il gran debutto, insieme a Eutelsat e TivùSat, per l’Euro 2016 di giugno.
Per raccogliere le nuove sfide la Rai potrà contare sul maggiore gettito proveniente dal canone che da luglio si pagherà con la bolletta elettrica, consentendo di combattere più incisivamente l’evasione che finora ha flagellato la tv pubblica.
Campo Dall’Orto, ieri in Cda, ha fatto le previsioni sul canone 2016-2018, indicando che si stimano maggiori entrate per 174 milioni di euro su un extra-gettito di 300 milioni dal quale detrarre l’Iva, la tassa di concessione e il prelievo del 5% fissato dalla Legge di Stabilità 2015.
Le famiglie paganti, riporta Il Sole 24Ore, dovrebbero salire da 15,5 a 23 milioni (su 25 milioni di utenze elettriche di prima casa) con un tasso di morosità che dovrebbe crollare dal 27 all’8% delle famiglie con ulteriore riduzione dello 0,5% annuo nel 2017 e nel 2018.
Commentando i dai del bilancio, Campo Dall’Orto ha dichiarato: “Il risultato d’esercizio raggiunto quest’anno conferma la capacità della Rai di gestire la propria attività con criteri economici e garantendo nel contempo, attraverso un adeguato volume di investimenti, una elevata qualità dei suoi contenuti. Ora dobbiamo cogliere la sfida del piano industriale, recentemente approvato all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione e che punta a trasformare la Rai in una moderna ed efficiente Media Company: è un lavoro che abbiamo cominciato mesi fa e che potrà essere portato a termine soprattutto grazie al grande valore professionale di tutti i dipendenti”.
“La Rai – ha concluso il Dg – dimostrerà in questo modo di saper svolgere pienamente il proprio ruolo di Servizio Pubblico, meritando così le risorse messe a disposizione tramite il canone”.
Ieri il Cda Rai ha approvato all’unanimità il bilancio del 2015 che ha chiuso con una perdita di 25,6 milioni di euro, in calo rispetto ai 175,8 milioni del 2014 quando ha subito un prelievo straordinario del canone di 150 milioni di euro (sul quale ci fu un ricorso che adesso potrebbe essere ritirato) e ha avuto maggiori costi per i diritti sportivi (95 milioni di euro per i Mondiali di calcio).
Le perdite risultano in linea con quanto previsto nel budget.
Secondo quanto si legge nella nota Rai, i ricavi ammontano complessivamente a 2,49 miliardi (2,48 miliardi nel 2014), allineati rispetto al passato esercizio e sono costituiti da canoni per 1,63 miliardi, da pubblicità per 658,8 milioni e da altri ricavi per 196,8 milioni.
I ricavi da canone crescono di 49,4 milioni, quelli pubblicitari si riducono per circa 15 milioni. Senza tener conto dei ricavi legati ai grandi eventi sportivi che avevano caratterizzato l’esercizio 2014 la performance nel segmento televisivo (+2,5%) è risultata superiore a quella del mercato (+0,7%).
I costi operativi si riducono di 107,6 milioni (-5,2%), passando da 2,07 a 1,96 miliardi. Per effetto della riduzione di ammortamenti e svalutazioni, il risultato operativo consolidato evidenzia, rispetto all’esercizio precedente, un miglioramento di 141,2 milioni. La posizione finanziaria netta di gruppo a fine esercizio si attesta a -362,4 milioni.