Si procede spediti sul fronte del canone Rai in bolletta anche se su un percorso a ostacoli determinato dall’adattamento in tempi molto rapidi al nuovo sistema.
A luglio gli italiani pagheranno per la prima volta il canone in fattura elettrica. Per gli anni a venire i 100 euro del canone saranno spalmati in dieci rate da gennaio a ottobre.
Ieri in audizione alla Camera sull’anagrafe tributaria, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha annunciato che alla scadenza del 16 maggio, sono state presentate 817 mila dichiarazioni sostitutive per essere esonerati dal pagamento del canone. Di queste, 220 mila sono state trasmesse online.
Le famiglie paganti, secondo le stime della Rai, dovrebbero essere 23 milioni su 25 milioni di utenze elettriche di prima casa.
I conti però non tornano.
Ancora una volta è l’Unione Nazionale Consumatori a fare le proprie puntuali osservazioni sul dato presentato ieri alla Camera dalla Orlandi.
Il Segretario dell’UNC, Massimiliano Dona, sottolinea che le dichiarazioni pervenute sono 817 mila, ma le famiglie senza televisore (che rientrano quindi nel quadro A per le esenzioni) secondo i dati ISTAT sarebbero 944 mila.
Senza considerare che nei numeri comunicati ieri dalla Orlandi ci sono anche le richieste di chi è esente perché il canone viene pagato da un altro membro della famiglia o perché si è titolari di più contratti elettrici (quadro B).
L’UNC ha, infatti, chiesto al Governo di rinviare a ottobre il primo addebito in bolletta per dare tempo a tutti di presentare la richiesta di esenzione.
Secondo Dona, “come minimo 127 mila famiglie pagheranno almeno il 50% del canone, non avendo dichiarato in tempo di non avere la tv”.
Questi contribuenti, così come anche coloro che hanno pagato pur non dovendo, potranno successivamente chiedere il rimborso.
Rimborsi
Entro il 3 agosto l’Agenzia elle Entrate (60 giorni dopo la pubblicazione del decreto del MiSE) emanerà un provvedimento con le modalità.
Le richieste di rimborso saranno esaminate dallo sportello SAT dell’ufficio territoriale di Torino delle Entrate, e successivamente (entro 60 giorni) trasferite all’Acquirente unico, che avrà cinque giorni lavorativi per trasmettere alle imprese elettriche i dati relativi ai contribuenti da rimborsare e all’importo. Le società che forniscono elettricità accrediteranno la somma sulla prima bolletta utile.
Orlandi ha spiegato ieri che il termine del 16 maggio per le richieste di esenzione era “necessario alle aziende elettriche per rispettare la scadenza del primo luglio” e che quindi solo per le dichiarazioni presentate in tempo “c’è l’esenzione per i primi sei mesi dell’anno, mentre per quelle che arrivassero dopo, parte dal mese successivo”. Possono stare tranquilli, però, i contribuenti che si sono ridotti all’ultimo minuto per fare la richiesta: “abbiamo accettato anche le dichiarazioni arrivate nei giorni immediatamente successivi al 16, – ha assicurato Orlandi – abbiamo cercato di prendere proprio tutti i dati”.
Esenzioni
Ricordiamo che la dichiarazione di esenzione è ammessa in due casi: se non si possiede un televisore (Quadro A) o se i componenti di un nucleo familiare sono titolari di più contratti elettrici (Quadro B). In quest’ultimo caso, infatti, bisogna comunicare alle Entrate su quale delle bollette devono essere addebitate le rate del canone, visto che la legge di Stabilità 2016 ha previsto che ogni famiglia deve pagare un solo canone anche se possiede più abitazioni.
Comitato di indirizzo e verifica dell’attività di riscossione
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha inoltre annunciato che nei prossimi dovrebbe essersi insediato il Comitato di indirizzo e verifica dell’attività di riscossione.
L’obiettivo del Comitato è quello di elaborare criteri per l’individuazione di categorie di crediti oggetto di recupero coattivo e le linee guida generali per lo svolgimento mirato e selettivo dell’azione di riscossione, oltre ai criteri per consentire il controllo dell’attività svolta.
Il Comitato è presieduto da un magistrato della Corte dei conti e composto da rappresentanti del Ministero dell’Economia, dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps e a rotazione dagli altri maggiori enti che affidano somme in riscossione a Equitalia.