Il Governo Renzi ha inserito il pagamento del canone Rai nella bolletta della luce per raggiungere i seguenti obiettivi: far pagare tutti per pagare di meno (da 113,50 euro è passato a 100 euro) e combattere l’evasione fiscale dell’imposta così da utilizzare l’extra-gettito sia per rilanciare il servizio pubblico radiotelevisivo sia per aiutare le radio e le emittenti televisive locali, che da anni vivono una forte crisi economica.
I conti non tornano
Ad oggi le previsioni governative dell’introito con il canone in bolletta non coincidono con gli ultimi dati diffusi dal sindacato ‘Lavoratori Comunicazione’ della Cgil. Il Tesoro aveva previsto un’entrata di 1 miliardo e 681 milioni, però dalle proiezioni calcolate dalla segreteria nazionale Slc-Cgil emerge che lo Stato ha incassato 1 miliardo e 668 milioni, quindi 13 milioni di meno. Come si è giunti a questo dato? Il sindacato ha ipotizzato che siano stati fatturati a tutti gli abbonati 80 euro entro lo scorso mese. Mentre nello scenario peggiore ipotizzando che siano stati fatturati 90 euro fino al periodo della simulazione risulta un mancato extra-gettito pari a circa 151 milioni di euro.
C’è da sottolineare che ancora oggi non ci sono dati ufficiali sul numero esatto degli italiani che devono pagare il canone. Il sindacato, che ha curato lo studio, ipotizza 22 milioni. Però si conosce la cifra di coloro che hanno chiesto il rimborso dell’imposta: è pari a 64mila persone, che si sono viste addebitate, ingiustamente, il canone in bolletta anche se esenti o non tenute a pagarlo.
Con un introito inferiore alle previsioni cosa si rischia?
“Il risultato economico rischia di azzerare quanto previsto in ordine al finanziamento delle radio e Tv locali, oltre a metter in discussione la capacità produttiva della Rai e la sua autonomia economica dal Governo”, ha dichiarato il segretario nazionale di Slc-Cgil, Alessio De Luca.
Questo perché Renzi ha previsto di devolvere una parte delle entrate del canone Rai a favore delle emittenti radiotelevisive locali. Infatti dovete sapere che non tutto l’incasso dell’imposta di possesso del televisore va nelle casse della Rai, ma solo il 67%. Per esempio, su 100 euro pagati per il canone 2016 al servizio pubblico radiotelevisivo va l’86,81%.
Cifra, come potete vedere dalla tabella, in continua diminuzione rispetto agli anni precedenti. Dunque conti alla mano nelle tasche della Rai sono in arrivo meno soldi del previsto, così viale Mazzini è già pronta a varare un piano industriale con tagli record. Infine c’è da considerare che dall’anno prossimo, l’importo del canone per l’abbonamento alla televisione scenderà di nuovo: da 100 euro a 90, ha annunciato Renzi quando ha presentato la legge di Bilancio 2017.
“A questo punto – conclude il sindacato – non ci è chiaro se l’idea del Governo sia quella di ridurre il carico fiscale dei cittadini oppure ridurre il servizio pubblico radio televisivo.”