Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
L’Associazione Infocivica Gruppo di Amalfi fondata nel 2003 da Jader Jacobelli e Bino Olivi ha promosso a Roma un incontro di valutazione e bilancio della consultazione “Cambierai” promossa dal Governo con la giornata di riflessione con gli esperti all’Auditorium, e il successivo questionario rivolto ai cittadini pubblicato in rete.
Partendo dall’idea che il rinnovo della concessione decennale alla Rai debba essere l’occasione anche per un riscatto della buona politica e che sia necessario avere la lungimiranza di inserire nella logica del “servizio pubblico” (che abbiamo visto quanto in Italia sia stata viziata dalla subordinazione ancillare e burocratica della radiotelevisione rispetto al potere politico) la logica della “responsabilità pubblica”, Infocivica ha inviato ad alcuni amici dell’Associazione fra i quali Stefano Balassone, Sebastiano Bagnara, Raffaele Barberio, Flavia Barca, Giovanni Bellisario, Manlio Cammarata, Robert Castrucci, Ugo Cavaterra, Gianni Celata, Licia Conte, Stefano Cuppi, Nicola D’Angelo, Pier Virgilio Dastoli, Paolo Luigi De Cesare, Piero De Chiara, Gianluca de Matteis Tortora, Massimo De Angelis, Lino De Seriis, Francesco Devescovi, Giampiero Gramaglia, Pier Luigi Gregori, Erik Lambert Gianluca Lioni, Andrea Lorusso Caputi, Paolo Mancini, Pio Marconi, Giacomo Mazzone, Andrea Melodia, Michele Mezza, Gerardo Mombelli, Mario Morcellini, Italo Moscati, Stefano Panunzi, Renato Parascandolo, Piervincenzo Porcacchia, Augusto Preta, Giuseppe Richeri, Carlo Rognoni, Stefano Rolando, Antonio Sassano, Barbara Scaramucci La Porta, Bruno Maria Somalvico, Michele Sorice, Carlo Sorrentino, Celestino Spada, Laura Testa, Arianna Voto e Angelo Zaccone Teodosi, una bozza di lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi che è stata discussa e approvata a Roma giovedì 7 luglio in un incontro moderato da Giampiero Gramaglia tenutosi presso la sede del Consiglio Italiano del Movimento Europeo.
Essendo convinta che “la nuova realtà tecnologica rende evidente l’insufficienza del vecchio modello di servizio pubblico” e che “una classe dirigente consapevole e all’altezza potrebbe mettersi al passo con le esigenze e le potenzialità più avanzate”, Infocivica ha tra l’altro sottolineato come il rinnovo della Convenzione sia una grande occasione per “governare il cambiamento e non solo limitarsi a fotografarlo, perché la comunicazione è oggi un diritto fondamentale che non riguarda solo la Rai e il nostro Governo ma l’intero sistema delle comunicazioni” e che debba favorire anche una nuova stagione di cooperazione rinforzata fra tutti i servizi pubblici europei a cominciare da quelli dei Paesi fondatori dell’Unione Europea. In un suo precedente documento presentato nella primavera 2015 al Senato Infocivica aveva invitato l’Unione Europea a “predisporre rapidamente un sistema di regole e un approccio comune per disciplinare l’industria dei contenuti che circolano su internet e sui media tradizionali”.
Roma, 7 luglio 2016
Caro Presidente,
per cambiare la Rai ci vuole lungimiranza e coraggio.
Il rinnovo della concessione è un’occasione irripetibile per dimostrare che il governo è in grado di farsi carico della straordinaria rivoluzione digitale in atto.
La sfida è fare della Rai un’azienda utile alla formazione e ai bisogni dei cittadini. E per questo riconosciuta da tutti come meritevole di un canone (o di un finanziamento equivalente). Deve essere capace, insomma, di fornire un servizio fondamentale e strategico per la crescita culturale e sociale e per la vita democratica del Paese.
Non basta, dunque, una semplice, banale e pigra riscrittura della vecchia concessione. Oggi al governo si chiede un passo in più: quello di assumersi, insieme alla necessaria cautela e trasparenza nella gestione del denaro pubblico, una grande responsabilità pubblica di fronte al Sistema delle Comunicazioni, diventato più che in passato un pilastro anche dello sviluppo economico.
Le comunicazioni digitali sono la nuova agorà, sono il cuore di una nuova creatività condivisa e interattiva. E per dare sostanza al concetto moderno, contemporaneo, di responsabilità pubblica si chiede al governo di impegnarsi nel delineare peso e ruolo che si pretende dalla Rai per il prossimo decennio.
Infocivica (associazione nata nel 2003 grazie a Bino Olivi e Jader Jacobelli, e che ai temi del servizio pubblico audiovisivo ha dedicato tre lustri di ricerche e convegni) pensa che il Governo debba fissare come priorità quella di garantire a tutti i cittadini il diritto di accesso universale e tendenzialmente gratuito alle reti informatiche, anche attraverso lo sviluppo della banda larga.
Quanto alla Rai, Infocivica pensa che la nuova concessione debba indicare diversi compiti oltre a quello di continuare a produrre contenuti televisivi originali:
- assumere un rapporto diretto con tutti gli utenti, rapporto tanto più importante nell’era delle comunicazioni interattive in rete, immaginando anche una assistenza personalizzata per l’orientamento fra i contenuti e i servizi disponibili nelle reti.
- potenziare le forme di comunicazione istituzionale e crearne di nuove, magari più legate ai territori. Anche tenendo conto del patrimonio unico che in Europa ha l’Italia attraverso la miriade di emittenti ed agenzie informative locali che vanno incoraggiate a fornire servizi pubblici di prossimità.
- potenziare in ottica cross mediale la creazione di prodotti finalizzati innanzitutto all’educazione e formazione, oltre che – naturalmente – a sviluppare la dimensione interattiva, educativa e informativa di tutta la produzione del servizio pubblico, incoraggiando altresì nuove forme partecipative come le Comunità della Rete per realizzare inedite e più avanzate modalità di integrazione ed espressione civili.
- garantire attraverso la produzione e la libera disponibilità di contenuti nel sistema dei media elevati standard di qualità nell’informazione, nell’area educativa e formativa e in quella dell’intrattenimento, con lo scopo ultimo e dichiarato tipico di ogni servizio pubblico e cioè di connettere la cultura “alta” a quella popolare e di costruire coesione sociale e adesione alla vita pubblica.
Infocivica crede sia possibile avviare una fase costituente in cui il concessionario riceva il mandato di realizzare – anche in associazione con altri – la struttura più appropriata per assolvere i compiti delineati. Contemporaneamente governo e parlamento sono chiamati ad aggiornare le norme al fine di garantire ai cittadini il diritto di accesso universale a una rete di servizio pubblico, indipendente, autonoma, pluralista. E pensiamo anche a una separazione societaria più strutturata di oggi fra il trasporto del segnale e la fornitura dei contenuti (ovviamente per tutti i soggetti audiovisivi nazionali, non solo per la Rai); al bisogno di una profonda riorganizzazione interna che coinvolga sia il sistema dell’informazione sia quello dell’intrattenimento. In particolare. per cinema e fiction immaginiamo per il futuro della Rai un ruolo più incisivo nella promozione dell’insieme dell’industria audiovisiva e creativa.
La trasformazione della Rai da Broadcaster a Digital Media Company deve infine contribuire a ridurre il Digital Divide, che altrimenti diventa causa ed effetto di forme di marginalizzazione civica e culturale. È anche questa la strada per rilegittimare un sistema di finanziamento universalmente sottoscritto dai cittadini.
Il nuovo mondo della Rete – essendo già alle nostre spalle l’era del web – è oggi al centro della vita democratica come lo è stata per 50 anni la televisione, e sempre più lo sarà. Anche per l’azione, il controllo, la mobilitazione e la decisione politica.
Caro Presidente, restiamo a completa disposizione per eventuali approfondimenti.
Con i nostri più distinti saluti
Massimo De Angelis | |
Gerardo Mombelli | |
Bruno Maria Somalvico | |
Gianni Bellisario | |
Ugo Cavaterra | |
Pasquale Deseriis | |
Andrea Melodia | |
Paolo Luigi De Cesare | |
Pier Virgilio Dastoli | |
Giampiero Gramaglia | |
Giacomo Mazzone | |
Carlo Rognoni | |
Laura Testa |
Tutti coloro che condividono le finalità di questo appello possono aderire scrivendo a: somalvico@gmail.com