All’inizio dell’anno è stato diffuso dal World Economic Forum il “Global risk Report 2018”, in grado di offrire una panoramica inquietante sullo stato delle minacce globali, tra cui quelle dei cambiamenti climatici, sui danni già provocati e su quelli ancora più minacciosi che si verificheranno, se non interverremo immediatamente in breve tempo.
Sono numerose le variabili che intervengono nell’evoluzione del clima, nel suo continuo ed incessante mutamento. Come sono molteplici le criticità che ne derivano per la vita sulla Terra. Non ci sono infatti solamente fenomeni atmosferici violenti, alluvioni, aumento dei livelli dei mari o compromissione degli ecosistemi, ma anche crisi idriche ed alimentari, carestie, epidemie, violenze generalizzate e fenomeni migratori di massa.
Secondo lo studio, nel novero delle minacce e delle criticità di cui soffre il pianeta, si va dai cambiamenti climatici alle armi di distruzione di massa, dalle guerre e agli attacchi informatici.
Oltre la sicurezza ambientale, delle infrastrutture, alimentare e di approvvigionamento energetico ed idrico, i ricercatori cominciano ad intendere come strategica anche la variabile cybersecurity, quella della sicurezza delle infrastrutture chiave per la trasformazione digitale.
Il clima terrestre è interconnesso, come sono interconnesse profondamente tutte queste variabili: le emissioni nocive, ad esempio, alterano la composizione chimica degli elementi atmosferici e degli oceani, che a loro volta possono dar vita ad effetti climatici tragici sull’ambiente in cui viviamo, sulle nostre vite, l’economia, mettendo in pericolo con fenomeni violenti anche le infrastrutture strategiche, tra cui quelle relative all’energia elettrica, internet e l’economia digitale nel suo complesso.
Diventa in questo modo strategico collaborare a livello internazionale su questi temi, condividere dati, informazioni, soluzioni e best practice, perché nessuno può affrontare da solo la sfida drammatica dei cambiamenti climatici.
Ieri è stato annunciato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Cassa depositi e prestiti (Cdp) un nuovo accordo per la realizzazione della “Climate and sustainable development italian platform”, la piattaforma nazionale per il contrato ai cambiamenti climatici ed il supporto ai progetti di sviluppo sostenibile, soprattutto nei Paesi emergenti.
Un’iniziativa di respiro internazionale, finalizzata alla promozione di progetti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici in Paesi di interesse per la cooperazione ambientale italiana.
“Un passaggio fondamentale della strategia nazionale nella lotta ai cambiamenti climatici – si legge in un comunicato ufficiale congiunto – nel solco degli impegni assunti con l’Accordo di Parigi sul Clima e con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che rafforza l’azione del sistema Paese nella promozione della sostenibilità a livello globale e che rappresenta un fattore cruciale per la stessa crescita dell’Italia, come chiaramente sottolineato dal carattere universale degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs)”.
L’italian platform intende fare leva sui capitali pubblici, per catalizzare e veicolare risorse aggiuntive dal settore privato, in un orizzonte di medio-lungo periodo, e su partnership tra istituzioni pubbliche e private, per promuovere la sostenibilità e costituirà la base di partenza per la collaborazione con altri attori nazionali e internazionali.
L’accordo, infine, prevede anche lo sfruttamento di strumenti finanziari innovativi, “in grado di adattarsi alle specifiche esigenze e alle caratteristiche dei Paesi destinatari degli interventi”, con l’intenzione di garantire “massima flessibilità ed efficienza”.