Alle riunioni manderemo il nostro gemello digitale guidato dall’AI
A nessuno piace partecipare alle video riunioni, o call, come ormai vengono da tutti chiamate, anche perché possono essere più d’una al giorno. Quando si è coinvolti in questi appuntamenti in rete si deve oltretutto fermare il lavoro che si stava facendo, spostando in avanti ulteriori impegni. La cosa migliore sarebbe che ‘qualcun altro’ partecipasse al posto nostro.
È proprio quello che propone Eric S Yuan, miliardario cino-americano, amministratore delegato e fondatore di Zoom Video Communications, di cui possiede il 22%.
Tutti conosciamo Zoom, popolare piattaforma per le video conferenze e le video riunioni, tanto impiegata durante i difficili mesi dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, soprattutto tra il 2020 ed il 2021. Ma certo dopo il boom legato alle pressanti esigenze di professionisti, imprese e studenti di mezzo mondo, oggi Zoom (come molte altre piattaforme simili) deve obbligatoriamente ripensare la propria offerta e affrontare le nuove sfide storiche.
Ma la tecnologia è sempre centrale in questo discorso e per questo l’intelligenza artificiale (AI) e le soluzioni digitali più avanzate, come il digital twin, possono offrire una nuova opportunità di crescita.
Eric S Yuan (Zoom): “Liberiamo il nostro tempo”
In un’intervista su The Verge, Yuan ha annunciato l’arrivo di una rivoluzionaria esperienza per gli utilizzatori di Zoom. Non sarà nell’immediato, ma la sfida principale è proprio esonerare il più possibile le persone dal partecipare a queste call grazie all’impiego massiccio di tecnologie software basate sull’AI.
Praticamente, un agente virtuale nostro gemello digitale parteciperebbe alla video riunioni di lavoro al posto nostro. Non solo, come ha spiegato il CEO della piattaforma, l’obiettivo è arrivare a sfidare Microsoft e Google su questo terreno, creando una nuova e più funzionale workplace, dove il tuo gemello virtuale lavorerà al posto tuo anche nella lettura e nell’invio di email, nella produzione di testi, nella gestione dell’agenda personale, magari prenotando anche un posto al ristorante per un pranzo o al cinema.
“In termini di videoconferenza, penso che possiamo sfruttare sempre di più l’intelligenza artificiale. Non è necessario spendere così tanto tempo nelle riunioni. Non è necessario ricevere cinque o sei chiamate Zoom ogni giorno. Puoi sfruttare l’intelligenza artificiale per farlo”, ha dichiarato Yuan.
“Perché dobbiamo lavorare cinque giorni alla settimana? Perché non trascorrere più tempo con la tua famiglia e non concentrarti su cose più creative, riprendendoti il tuo tempo, magari impegnandolo nella comunità e per aiutare gli altri? Oggi, il motivo per cui non possiamo farlo è perché ogni giorno è occupato dal lavoro, cinque giorni alla settimana”, ha precisato il fondatore di Zoom.
Secondo l’imprenditore per porre rimedio a tutto questo basta che l’AI generi un tuo gemello digitale da inviare alle video conferenze e che possa anche prendere il tuo posto, magari temporaneamente, anche in ufficio, liberando il nostro tempo.
Un’idea affascinante (a chi non piacerebbe?) che ricorda però molte delle cose che negli anni si sono dette riguardo alla tecnologia che ci avrebbe liberati dalle incombenze più grandi, dandoci la possibilità di aver più tempo per noi stessi e i nostri cari. Non è andata proprio così. Ad oggi, le macchine non ci hanno liberati, lavoriamo sempre di più per loro, addestrandole, istruendole, rispettandone i parametri standard di funzionamento, alimentandole con i dati.
Dagli LLM personalizzati alla privacy
L’AI diventerà la nostra consigliera, una consulente H24 su ogni attività. Tutto ciò che non richiede la nostra massima attenzione, potrà essere delegato ai software. Ma come poter arrivare a questo traguardo (storico)?
Secondo Yuan: “Il mio gemello digitale può davvero rappresentarmi in ogni situazione online e può anche essere parte del processo decisionale. Non ci siamo ancora, ovvio, ma questo è un motivo per cui ci sono limitazioni negli LLM di oggi. Tutti condividono lo stesso LLM. Non ha alcun senso. Ognuno dovrebbe avere il proprio. È questa la base per il gemello digitale”.
Come riporta la Treccani online: Llm sta per modello linguistico di grandi dimensioni, cioè un algoritmo di intelligenza artificiale che, processando massivamente una grande quantità di dati, utilizza tecniche di deep learning in vari àmbiti dell’elaborazione del linguaggio naturale come la comprensione, la traduzione, la generazione e la previsione di nuovi contenuti.
All’inizio, ha spiegato Yuan, potrebbe anche essere solo una voce, ma presto si potrà aggiungere anche un volto, magari un clone di ognuno di noi: “Una versione 3D di te stesso in grado di imitarti molto bene”.
In aggiunta l’imprenditore cino-americano ha sottolineato anche l’impegno nella tutela della privacy: “Non utilizziamo nessuno dei dati dei nostri clienti per addestrare il nostro modello linguistico di grandi dimensioni né modelli linguistici di grandi dimensioni di terze parti. Abbiamo già preso questo impegno. Tuttavia, l’intelligenza artificiale è un’area nuova e anche gli utenti devono essere informati su come funziona e quali possono essere gli aspetti critici di questa tecnologia così centrale per il futuro di ognuno di noi”.