A partire dal prossimo mese di febbraio sarà operativo il Piano sanitario per i Collaboratori Call Center Outbound, integrativo del SSN, destinato ai collaboratori delle aziende che applicano l’Accordo collettivo per la disciplina delle collaborazioni nelle attività di vendita di beni e servizi e di recupero crediti realizzati attraverso call center “outbound”, stipulato da Asstel e da Slc, Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil.
In questo modo il processo di tutela dei lavoratori non subordinati del settore Tlc, iniziato con l’Accordo del 1° agosto 2013, e proseguito fino all’intesa del 28 giugno 2016, fa un altro concreto passo in avanti . Il Piano si è potuto concretizzare grazie a una speciale convenzione stipulata da Asstel, Assocontact, Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil con FareMutua, società di mutuo soccorso, e UniSalute, compagnia specializzata in assistenza sanitaria, per garantire agli assistiti la massima professionalità ed efficienza nella protezione della salute.
“Si tratta di un importante risultato, fortemente voluto e costruito nel tempo con l’obiettivo di assicurare un trattamento minimo congruo e sostenibile di riferimento per tutte le attività svolte in modalità outbound, stabilendo una piattaforma di regole, diritti e welfare” – dichiara il direttore di Asstel Laura Di Raimondo che sottolinea come questa ulteriore implementazione dell’Accordo collettivo “dimostri che l’evoluzione delle attività di call center può essere governata attraverso l’acquisizione di regole chiare e univoche per tutti, in particolare in materia di lavoro, per evitare i rischi di dumping sociale ed economico”.
“Per questo – continua Di Raimondo – è indispensabile consolidare un assetto del settore in grado di far fronte ai tentativi di polverizzazione del contratto collettivo, anche con riferimento alla disciplina dei rapporti di collaborazione per le attività di customer care in outbound. La via più efficace in questa direzione è puntare alla massima diffusione del CCNL TLC e dell’accordo sottoscritto da Asstel il 1° agosto 2013 per i collaboratori in outbound, contrastando l’adozione di altri accordi, rispetto ai quali abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere alle istituzioni una verifica dei requisiti di legittimità.”