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Call center, nuovi licenziamenti a Milano

Call center

Una nuova crisi occupazionale nei call center con 152 lavoratori di Milano che perderanno il lavoro presso E Care – dichiara Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil. “La tragedia che sta investendo il settore dei call center non ha fine e nelle prossime settimane la situazione peggiorerà.”

E’ paradossale che tutte le crisi occupazionali non sono riferibili alla crisi economica ma unicamente all’assenza di regole sui cambi di appalto che consente ai clienti di cambiare continuamente fornitore con l’unico scopo di abbassare il costo del servizio e aumentare i margini di guadagno delle imprese.”

E’ da mesi che ripetiamo che in nessun Paese europeo sta avvenendo quanto accade in Italia – prosegue il sindacalista. La Spagna ha introdotto clausole sociali che impongono alle imprese che cambiano fornitore di servizi, di assumere tutto il personale già occupato in quella attività. Solo da noi le resistenze adottate da un pezzo di mondo imprenditoriale impediscono di definire una norma di assoluta civiltà.”

Sconcerta l’assenza del Governo che si era impegnato a riconvocare il tavolo per la prima settimana di settembre, proprio per affrontare i temi della clausola sociale, e invece ha dimostrato tutta la sua inaffidabilità rispetto gli impegni assunti. Migliaia di lavoratori stanno perdendo in tutta Italia il posto di lavoro, con veri e propri drammi sociali determinati unicamente dalla volontà della politica di non recepire le normative europee che tutelano l’occupazione. E oltre al danno ci sarà la beffa. Perché i costi sociali causati dall’assenza di regole li pagheranno gli italiani con il ricorso agli ammortizzatori in deroga mentre il lavoro si sposterà in Paesi a più basso costo.”

Invitiamo Renzi e il Governo – conclude Azzola – a venire a conoscere direttamente questi lavoratori e a toccare con mano le tragedie causate dalla mancata volontà di governare.”

“E’ evidente che il livello di barbarie raggiunto dal mercato non potrà che costringere i lavoratori e le lavoratrici del settore, insieme alle loro rappresentanze sindacali,  a mobilitarsi nuovamente e riportare in piazza, in una nuova manifestazione nazionale, le giuste ragioni della protesta.”

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