Il Rapporto
La legge europea sul clima ha trasformato l’impegno politico del Green Deal per la neutralità climatica Ue entro il 2050 in obbligo vincolante,e ha istituito un quadro per progredire nel perseguimento dell’obiettivo globale di adattamento.In Italia, come nel resto dell’Unione europea, la sfida della transizione energetica pone al centro l’implementazione delle energie rinnovabili.
Le regioni hanno un ruolo centrale nel contribuire al processo di decarbonizzazione del Paese attraverso politiche energetiche, politiche del trasporto e insediative.
La sfida della trasformazione digitale ha invece l’obiettivo primario di migliorare la qualità della vita e dei servizi funzionali, i livelli di occupazione e la competitività, come risposta alle sfide degli SDGs dell’Agenda 2030, garantendo la sostenibilità economica, sociale e ambientale dello sviluppo urbano.
Di questi fenomeni si sono occupati due indagini uscite recentemente. Il rapporto “La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica”, realizzato da Italy for climate (I4C), il centro di ricerca della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con l’Ispra, giunto alla seconda edizione, si è posto l’obiettivo di monitorare e comunicare le performance climatiche delle regioni italiane.
ICity Rank 2022 è la ricerca di Fpa sulla digitalizzazione, che stila la graduatoria dei 108 comuni capoluogo sulla base dell’indice di trasformazione digitale, ottenuto come media aritmetica di otto indici settoriali: servizi online, canali social, piattaforme abilitanti, open data, apertura, WiFi pubblico, app municipali e Internet of Things.
Calabria, Campania e Lazio sul podio
La performance climatica delle regioni italiane è stata valutata in base a tre parametri: emissioni pro capite di CO2 da usi energetici, consumi pro capite di energia e quota dei consumi di energia coperta dalle fonti rinnovabili. Dalla classifica 2022 Campania, Calabria e Lazio sono le regioni che presentano i valori migliori sia per le emissioni che per i consumi di energia, mentre la situazione è più articolata per le fonti rinnovabili, con la Campania che fa meglio della media nazionale sia in termini di valori assoluti 2020 che di trend, mentre il Lazio, viceversa, presenta per entrambi valori sotto media. Emilia Romagna e Lombardia si trovano, un po’ a sorpresa, nel gruppo di coda, in compagnia di Liguria, Toscana e Marche.
Tra fonti fossili e rinnovabili
Il carbone è la fonte fossile che produce più emissioni di gas serra. In Italia solo il 5% dei consumi totali di energia è soddisfatto dal carbone, quota che deve comunque essere azzerata entro il 2050. Oggi sono sette le regioni “coal free”: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Molise, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta. Vicine all’obiettivo: Umbria, Piemonte, Calabria e Marche.Puglia, Sardegna e Lazio concentrano quasi l’80% del consumo nazionale di questo combustibile fossile, utilizzato soprattutto per alimentare le grandi centrali elettriche, che dovrebbero essere chiuse entro il 2025.
Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Calabria e Molise sono le cinque regioni con una quota di rinnovabili (rispetto al fabbisogno energetico regionale complessivo) superiore alla media nazionale e già in linea con i target europei al 2030. La Valle d’Aosta registra persino una quota superiore al 100% diventando la prima regione esportatrice netta di energia pulita.
Gli indicatori di riferimento
Tutte le regioni con un numero di abitanti inferiore a 1,5 milioni registrano emissioni pro capite di CO2 superiori alla media nazionale, tranne l’Abruzzo. Fra queste, le uniche a registrare trend in miglioramento sono Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Le uniche due regioni a non aver ridotto le emissioni nel 2020, anno del lockdown, sono Valle d’Aosta e Abruzzo. Da questi dati si evince che non è la dimensione della regione a rendere più o meno complesso il processo di transizione energetica. Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna, che valgono insieme oltre la metà del Pil nazionale, hanno una quota di rinnovabili più bassa della media.
Parco automobilistico
L’Italia si conferma uno dei Paesi con il più alto numero di automobili pro capite in Europa: ben 666 auto in media ogni mille abitanti. I trasporti nazionali assorbono ancora circa il 30% dei consumi di energia. Il trend è inoltre in continuo peggioramento e riguarda tutte le regioni, ad eccezione di Piemonte, Liguria e Trentino-Alto Adige.
Firenze e Milano regine digitali
L’ICity Rank 2022 rileva una forte accelerazione digitale delle città italiane, sia dal punto di vista funzionale – messa online dei servizi e consolidamento delle piattaforme abilitanti come Spid, PagoPA, AppIO – che da quello della comunicazione – la diffusione di social media, app, open data, reti WiFi pubbliche e gratuite. Si assiste anche alla crescita di diverse realtà tra le città del Sud e i centri più piccoli.
“Molte città si sono avvicinate al modello che per anni è stato di poche realtà innovative e oggi la grande maggioranza dei capoluoghi è a buon punto nel percorso di digitalizzazione. Si può considerare conclusa con successo una prima fase, ma se ne apre una nuova, in cui è necessario stimolare la fruizione effettiva dei servizi online dei cittadini, rendere i social e le app veri strumenti di partecipazione alle decisioni, utilizzare le tecnologie per creare strumenti integrati di monitoraggio”, ha dichiarato Gianni Dominici, direttore generale di FPA.
Dalla classifica dei comuni più digitali d’Italia nel 2022 resta salda la leadership di Firenze, seguita al secondo posto da Milano, e al terzo da un gruppo di città a pari merito costituito da Bergamo, Bologna, Cremona, Modena, Roma e Trento. In fondo alla classifica: Rieti, Avellino, Benevento, Foggia, Agrigento, Enna e all’ultimo posto Isernia. Tra i casi di crescita più significativi, Messina, L’Aquila, Cuneo, Imperia e Trapani. Cagliari, Palermo e Bari si confermano al vertice tra le città del Mezzogiorno. Dopo Lecce, anche Messina, Napoli e Pescara sono ormai vicine all’ingresso tra le città digitali.
La copertura di servizi online è passata dal 41% nel 2019 all’82% nel 2022, quelli accessibili tramite Spid sono saliti dal 39% (2020) al 71% (2022) e il flusso di transazioni tramite PagoPA è raddoppiato rispetto al 2021. L’indice di copertura delle App in un anno è salito dal 57% al 66%; l’indice di attivazione dei social è passato dall’86% all’88%; le amministrazioni che pubblicano Opendata sono salite da 64 a 69; quelle con reti WiFi pubbliche da 104 a 105.