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Buttarelli (Garante Privacy Ue): ‘Sanzionare i partiti che violano i dati degli elettori’

I partiti europei o fondazioni che violano la privacy dei cittadini per fini elettorali saranno sanzionati, perdendo una quota del budget annuale che si riceve dall’Ue. A fare il punto sulla recente normativa europea è stato Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati, nel corso di una conferenza stampa (vai al video integrale) alla Rappresentanza del Parlamento europeo a Roma. Buttarelli ha lanciato una proposta al legislatore italiano: occorre arricchire il codice privacy ( il decreto legislativo 101/2018 che adegua la normativa italiana al GDPR) con regole per sanzionare i partiti italiani che violano i dati personali dei cittadini per fini politici, proprio come previsto dalla norma europea approvata il mese scorso.

“Il Codice italiano della privacy è stato riadattato”, ma “questo codice dovrebbe riguardare il futuro e non inserire altre limitazioni, e potrebbe essere arricchito con regole deontologiche condivise che vede i partiti e forze politiche sedersi e non limitarsi, ma fare un passo che permetta di utilizzare al meglio le piattaforme digitali e le tecnologia, partendo dal presupposto che quello che viene in termini di integrità e trasparenza delle forze politiche va oltre gli interessi di parte, ma riguarda l’intero settore”, ha dichiarato il Garante europeo della protezione dei dati. In Italia, “altre norme sulla privacy non servono, il regolamento europeo” del Gdpr “è un’arma con la A maiuscola che è immediatamente in vigore senza conversioni“, ha sottolineato.

Buttarelli: “Il tasso fake news in Italia nella media europea

Giovanni Buttarelli ha anche commentato il dato diffuso dall’Osservatorio disinformazione dell’Agcom, che ha registrato un considerevole aumento della produzione di fake news (+56%) e delle operazioni volte a disinformare gli utenti/elettori a poche settimane dal voto per le elezioni europee.

“Il dato pubblicato da Agcom sulle fake news, basato su un piccolo segmento di analisi, è attendibile. Mi sento di poter dire, responsabilmente, che il tasso di fake news in Italia è accettabile, nel senso che rientra nella media europea”, ha detto “Il dato italiano è inferiore rispetto a quelli di altri Paesi, dove c’è una criticità maggiore anche per un uso più intenso delle nuove tecnologie”, ha aggiunto il Garante europeo, “e superiore rispetto ad altri Paesi, dove magari la disinformazione è diffusa in modo più generale ma si basa meno sull’uso di informazioni di carattere personale”.

Buttarelli: “Su 5g non siamo pronti. Quando matureremo risposte a incognite ci sarà già 6G”

Infine, il Garante Privacy europeo ha posto l’attenzione sulle vulnerabilità del 5G, ma quando si saranno trovate le risposte sarà già troppo tardi, perché si avrà già il 6G, questo l’allarme lanciato da Giovanni Buttarelli:

Il 5G “è ancora una nebulosa incognita in molte parti del continente europeo. L’Italia non è in prima fila” su questo, “ma comporterà un problema immenso per quanto riguarda il post 5G”, dati gli studi già in corso in Cina sulla tecnologia 6G. “Mi chiedo se siamo pronti non solo per l’infrastruttura tecnologica, ma per affrontare tutti i nodi che ci permettano di avere quegli elementi per far funzionare il 5G. Secondo me non ci siamo ancora, non abbiamo la risposta ma capiamo che c’è qualcosa, e quando la matureremo ci sarà già il 6G”.

Il 5G “rappresenterà l’ennesimo cambiamento radicale nei modi di consumare muoversi e condividere” e “offrirà straordinarie opportunità per mobilità e domotica, e offrirà un dialogo di dati tra oggetti indossati e portati”. Tale dialogo “sarà sempre di più tra macchine”, ha sottolineato Buttarelli. In ogni caso, “il 5G non deve avere un passo indietro per quanto attiene il suo sviluppo”, ma contiene “delle vulnerabilità” per quanto riguarda il tema, ad esempio, della sorveglianza. “Tutto questo aumenta la scommessa di questo mondo tecnologico”.

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