In ogni giorno dell’anno, chiunque avvicini il proprio volto a quello di una culla vive di luce riflessa. Lo sapevano molto bene Correggio o Jacopo Bassano, che hanno rappresentato questo stato in tutti i loro notturni con pastori; potremmo citarne mille di immagini dove i volti dei presenti, in quella notte, sono inondati da qualcosa che sta un po’ stretto nel perimetro delle parole. Forse è per questo che Maria, nel Vangelo di Luca, preferisce rimanere in silenzio e serbare tutte queste “cose”, meditandole nel cuore.
Queste giornate, sono spesso additate come quelle del dispendio; eppure oggi avremo con noi un’eccedenza di luce. Dunque, cosa farne? Noi speriamo di avere l’occasione di condividerla con chi, come Ungaretti, preferisce starsene da solo, tra le quattro capriole di fumo del focolare. Magari domani, non avremo più nodi al pettine da districare.
Di vero cuore, da tutti noi, buon Natale.