Entro il 2025, la Regione Emilia Romagna si è data un obiettivo ambizioso da raggiungere: realizzare una regione al 100% digitale. Per arrivare a questo traguardo di elevata rilevanza sociale ed economica, negli anni passati è stato siglato un patto per l’innovazione tra la Pubblica Amministrazione (PA), le imprese e il terzo settore, col fine di rendere ‘esigibili’ i diritti di cittadinanza digitale, che sono: diritto di accesso alle reti tecnologiche; diritto all’informazione e alla conoscenza; diritto ai servizi alla persona e alle imprese; diritto di accesso ai dati.
I lavori per il raggiungimento degli elevati standard individuati dalla Regioni, sono portati avanti su diversi piani: infrastrutture, dati e servizi, competenze e comunità.
Per quanto riguarda il primo piano, Open Fiber sta lavorando sul territorio della Regione Emilia Romagna “sia come operatore privato, nelle zone classificate come A/B, sia come Concessionario incaricato da Infratel per gli interventi finanziati con fondi pubblici nel Piano Banda Ultra Larga (BUL) nazionale, nelle zone classificate come C/D”.
In entrambi i casi, si legge in una nota diffusa da Lepida ScpA, collegherà comunque tra loro sedi della PA, ma, “nel primo caso, secondo una convenzione firmata direttamente con il Comune, che prevede la messa a disposizione di alcune fibre come da specifiche previste nel singolo accordo; tali fibre possono in alcuni casi essere vincolate all’utilizzo solo per alcuni servizi istituzionali, escludendo, ad esempio, l’utilizzo per WiFi all’esterno”.
Nel secondo caso, invece, “i Comuni e le Province, oltre che le Unioni, hanno firmato con Infratel e Lepida la convenzione BUL e tutte le infrastrutture realizzate saranno messe a disposizione di tutti gli Operatori TLC; le fibre che collegano sedi della PA sono messe a disposizione gratuitamente”.
Le fibre possono essere accese solo ed esclusivamente “da un soggetto titolare di autorizzazione ministeriale”, è spiegato nel documento.
Gli Enti pubblici non possono essere autorizzati a esercire reti pubbliche, “ma qualora vogliano farlo devono esplicitamente costituire una società con tali finalità; Lepida è stata costituita, tra le varie finalità, anche con questa, e rappresenta l’operatore pubblico di natura pubblica di tutti gli Enti Soci”.
Lepida, è specificato nel testo, “è quindi il candidato naturale per esercire tutte le fibre in disponibilità alla PA socia di Lepida stessa, considerato il rapporto in-house che la contraddistingue”.
Per quanto riguarda la BUL sul territorio regionale, l’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna si è data delle priorità, che sono: infrastrutturazione a banda ultra larga (scuole, sanità, imprese, cittadini, ecc…); accesso digitale ubiquo nelle aree urbane; infrastruttura data center e cloud per la PA.
Delle quattro aree (o cluster) principali fissate dal Governo Renzi, nel 2015, per la realizzazione del Piano per la Banda Ultralarga, Open Fiber ha dato la seguente definizione “operativa”:
Cluster A&B
“Rappresenta il settore in cui Open Fiber interviene, per la costruzione dell’infrastruttura, con investimenti propri (città e nelle aree più urbanizzate). Comprende inoltre tutti i Servizi e le Forniture utilizzati nell’operatività aziendale”;
Cluster C&D
“Rappresenta il settore in cui Open Fiber interviene per la costruzione dell’infrastruttura, grazie ai finanziamenti concessi da Infratel Italia per lo sviluppo della banda ultra larga nelle aree a fallimento di mercato”.