Dopo lo scandalo contabile scoppiato a settembre che ha azzerato i vertici locali, BT sarebbe ora intenzionata a cedere la filiale italiana. L’operazione rientrerebbe nel più ampio quadro di ristrutturazione della divisione Global Services e, secondo fonti anonime citate dal quotidiano britannico The Telegraph, recentemente una delegazione della casa madre avrebbe incontrato i nuovi vertici di BT Italia a Milano che hanno preso le redini dell’azienda dopo lo scandalo contabile esploso in Italia (bonus d’oro, conti gonfiati e appropriazione indebita e inchiesta in corso).
Secondo The Telegraph, l’obiettivo della recente visita milanese della delegazione di BT sarebbe di “mettere insieme un pacchetto” di asset “da mettere in vendita” e organizzare la cessione della filiale italiana. Fra i potenziali acquirenti il quotidiano britannico cita Fastweb e Vodafone Italia.
Secondo il Sole 24 Ore, fra i potenziali acquirenti di BT Italia ci sarebbe anche Telecom Italia.
BT Italia è nata nel 1990 come joint venture fra BT e altre aziende locali fra cui Mediaset. BT ha preso il controllo completo della società nel 2005. L’azienda ha cominciato la sua attività di Mvno nel 2014 e dichiara di essere il primo operatore del paese focalizzato esclusivamente sul settore business, con circa 50mila clienti aziendali e l’accesso ad una rete di 17mila chilometri in fibra, a fronte di una quota del 15% del mercato dati su fisso nel segmento enterprise.
BT Italia fa parte del consorzio di aziende (insieme a Tiscali, Vodafone-Ericsson) che si è aggiudicato la gara per la realizzazione dell’Spc, il nuovo sistema pubblico di connettività.