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BT, cresce a Londra il timore di takeover da parte della francese Altice

British Telecommunications telephone pole number D1336 located outside number 157 and 159 Bury New Road in Ainsworth. Tuesday 1st July 2008

Il miliardario franco-israeliano Patrick Drahi, patron dell’operatore francese Altice e proprietario altresì della casa d’aste Sotheby’s rilevata nel 2019, mette paura al Governo di Londra. L’incremento della quota dal 12,1% al 18% detenuta da Altice in BT fa alzare le antenne ai ministri di Boris Johnson. Ieri il tycoon ha rilevato ulteriori 585 milioni di azioni, consolidando la sua posizione di primo socio dell’ex incumbent britannico. Il controvalore del 18% di BT è valutato 3 miliardi di sterline. Ma ciò nonostante continua a dire che non è interessato a rilevare l’ex incumbent britannico.

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BT a rischio takeover dalla francese Altice? Fibrillazione a Londra

Westminster non si fida

C’è da dire che la reazione di Londra è stata immediata: se sarà necessario, il Governo interverrà esercitando i poteri speciali del golden power per difendere gli investimenti in atto da parte di BT nell’ambito del piano nazionale per portare la fibra in tutto il paese. Un pressing non gradito da parte dei francesi per tagliare i costi aziendali non sarebbe tollerato, perché potrebbe appunto impattare negativamente sul roll out della banda ultralarga in Uk.

Insomma, il governo di Boris Johnson mette le mani avanti e fa sapere urbi et orbi che è pronto ad intervenire in caso di un’Opa francese su BT, che per il momento Drahi nega di voler lanciare, a meno che qualcun altro faccia la prima mossa.

Governo in difficoltà e sulla stampa britannica diversi paralleli allarmati con la situazione di Tim, descritta in preda alle brame del fondo Usa Kkr.

National Security and Investment Bill in vigore a gennaio

Una dichiarazione che non rassicura il Governo, che a breve avrà il potere di bloccare qualunque operazione che veda un singolo investitore detenere una quota del 25% di una società considerata di particolare interesse strategico nazionale nel quadro della nuova legge in difesa della Sicurezza e degli investimenti nazionali.

In realtà, l’ultima mossa di Drahi gli impedisce di fare un’offerta per BT per sei mesi a meno che non sia concordata dal consiglio di amministrazione della società o sia fatta in risposta a un’offerta di un pretendente rivale.

Drahi può aspettare

Drahi resta libero di incrementare la sua quota fino al 30% soglia per l’Opa obbligatoria. Secondo altre voci, Drahi potrebbe cercare ora di rilevare la quota del 12% detenuta dal secondo azionista di BT che è Deutsche Telekom.

D’altra parte, Drahi può anche permettersi di restare il primo azionista nel lungo termine, in attesa di un’ulteriore valorizzazione di Openreach, la società della rete controllata al 100% da BT e attualmente impegnata nella copertura in fibra del paese. Nel giro di qualche anno, dopo che la fibra sarà in tutte le case dei cittadini britannici, il valore di Openreach sarà lievitato e si potrebbero aprire diversi scenari potenziali per la sua valorizzazione fra cui lo scorporo.

Golden Power

Il Governo in passato ha usato i poteri speciali del golden power per bloccare la realizzazione di reti 5G con tecnologie della cinese Huawei, mentre al momento i ministri stanno rivedendo l’offerta da 40 miliardi di dollari della statunitense Nvidia per rilevare il produttore di microchip britannico Arm. Sarà costretto a fare lo stesso con Altice?

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