In pochi se lo sono chiesti, ma è un tema cruciale per la privacy dei cittadini dell’Unione Europea che si troveranno sul territorio britannico da quando la Gran Bretagna uscirà definitivamente dall’Unione Europea. La Brexit quali conseguenza avrà sulla protezione dei loro dati personali? La domanda è stata rivolta dall’Ansa a Giovanni Buttarelli, garante per la privacy dell’Ue: “Bisogna vedere” se nei negoziati “ci saranno eventuali clausole sulla protezione dei dati, probabilmente no, e in quel caso la Gran Bretagna dovrà necessariamente applicare il regolamento Ue dal 25 maggio 2018“, ha affermato Buttarelli. Il riferimento è alla normativa già in vigore dal 24 maggio 2016 e che sarà pienamente efficace dal 25 maggio 2018, ossia da quest’ultima data tutti gli Stati membri dell’Ue devono obbligatoriamente applicare le nuove regole. Tra le novità: il responsabile della protezione dei dati (Data Protection Officer) che deve essere nominato necessariamente da amministrazioni ed enti pubblici, per esempio. Ecco spiegato il regolamento completo dal garante italiano per la privacy: Guida all’applicazione del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali
Al 25 maggio 2018 mancano i seguenti giorni come mostra il counter sul portale PrivacyItalia.
Il post Brexit
Dunque il governo britannico cosa farà? Questo non sembra essere un problema in quanto, ha sottolineato Buttarelli, “abbiamo dichiarazioni pubbliche del governo e dell’autorità della protezione dati inglesi che intendono non solo iniziare ad applicare il regolamento ma anche mantenerlo un domani come forma di diritto interno e continuare così ad applicarlo”. Un “diverso tipo di approccio”, ha spiegato infatti il Garante Ue, “costerebbe molto ai controllori dei dati perché comporta investimenti di lungo periodo”. Ora lo scenario della Brexit è ancora aperto, ma “se anche si materializzasse il più negativo” con la Gran Bretagna “estranea” a qualsiasi rapporto più stretto con l’Ue, “la loro” almeno finora “dichiarata volontà di proseguire nell’applicazione del regolamento li metterà nella giusta posizione per essere un Paese adeguato a ricevere i dati” dei cittadini europei.
“Con gli Stati Uniti siamo in un limbo”
Peggio, invece, è il rapporto con gli Stati Uniti a guida Donald Trump perché, ha raccontato il garante europeo per la privacy, “l’Ue si trova per ora in un limbo, in quanto la nuova amministrazione non ha ancora nominato le persone responsabili”. “Aspettiamo dei segnali”, ha aggiunto Buttarelli. La speranza è che “accelerino il processo” in vista di settembre e della già fissata revisione di medio termine dell’accordo sul ‘Privacy shield’, l’intesa che ha sostituito il vecchio ‘Safe Harbour’ sul trasferimento dei dati personali degli europei negli Usa anche per fini di antiterrorismo.