Social network

BreakingDigital. Il grande flusso di dati che ci arriva da lontano

di Michele Mezza, (docente di Culture Digitali all’Università Federico II Napoli) - mediasenzamediatori.org |

Tutti i grandi service provider digitali sono caratterizzati dall’offerta di flussi di contenuti sempre più profilati in cui gli utenti vengono immersi

“Velocissimum in naturalibus omnibus fluxum“. Questa citazione dalle Opere Latine di Giordano Bruno rappresenta forse l’approssimazione più fedele al flusso che si sta disegnando sui social network.

Un flusso velocissimo, un’unica striscia di continue e inesauribili informazioni.

BreakingDigital, rubrica a cura di Michele Mezza (docente di Culture Digitali all’Università Federico II Napoli) –mediasenzamediatori.org. Ultimo libro pubblicato Giornalismi nella rete, per non essere sudditi di Facebook e Google,Donzelli editore. Analista dei processi digitali e in particolare delle contaminazioni social del mondo delle news. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

E’ un’idea di sempre dell’uomo, da Eraclito, fino a Platone, e poi lungo tutto il filone dialettico che attraverso appunto Bruno e Machiavelli sfonda ogni resistenza teologica nella concezione dinamica della vita.

Una memoria genetica che sarà risvegliata e sollecitata dalle forme che stanno assumendo i saperi e i linguaggi.

Dopo che anche Apple ha annunciato l’adozione del format del flusso come struttura per impaginare la sequenza di informazioni, con Apple news, e di contenuti audiovisivi, con Apple Music, presentando il proprio servizio streaming che spinge per la prima volta il marchio fondato da Steve Jobs fuori dal recinto del download, ovviamente a pagamento, il flusso diventa un destino.

Tutti i grandi service provider digitali sono oggi caratterizzati da un’offerta a flusso: dal driver del settore come Spotify, a Google play music, a Deezer, allo stesso Tim Music.

Ma più in generale, ad impressionare e a rendere Breaking Digital l’evento, è il fatto che proprio la forma di un unico inesauribile e soprattutto involontario getto di contenuti, come assetto per impaginare l’informazione, stia oggi imponendosi come l’unica forma plausibile in rete.

Infatti, il vero fattore trainante del fenomeno più che la musica è proprio l’informazione. In particolare, come abbiamo già visto in questa rubrica, l’offerta Instant Articles di Facebook che negli Usa in pochi giorni sta già facendo tremare le testate.

Come spiego in dettaglio nel nuovo libro che sta uscendo in libreria in questi giorni, ‘Giornalismi nella rete’, edito da Donzelli (giornalisminellarete.donzelli.it), Intant Articles è quella funzione  con cui il social network di Mark Zuckeberg, dopo aver stipulato un accordo capestro con i grandi giornali globali quali il New York Times e il Guardian, si permette di distribuire le informazioni che vengono da queste redazioni attraverso le pagine profilate del suo miliardo e 400 milioni di utenti.

A tutti arriveranno notizie, ma nessuno potrà vedere la stessa notizia di un altro, almeno nello stesso momento e combinata con gli stessi contenuti accessori e contestualizzata negli stessi ambienti concettuali.

Infatti ad ognuno arriverà un proprio flusso, personalizzato dai meccanismi di profilazione di Facebook. Si interrompe così la suggestione della lettura simultanea degli stessi contenuti nell’unità di tempo e di spazio. L’informazione diventerà una pratica asimmetrica e avulsa da contesti condivisi.

Lo stesso tende ad avvenire anche nella musica o nei video, con un’accentuata personalizzazione che frantuma definitivamente ogni traccia di contemporaneità e di condivisione istantanea di musica, notizie e film.

Apple, dopo non poche resistenze, ha deciso di cogliere l’opportunità di trasformare la sua platea di 800 milioni di clienti in un mercato quotidiano di 800 milioni di utenti e dunque di poter capitalizzare, insieme al fatturato, anche il potere di suggestione se non proprio di condizionamento che questi numeri le assegnano.

Il flusso sarà il vero cerchio, si potrebbe dire, per riprendere la metafora del libro di Dave Eggers sui rischi totalitari di un network avvolgente. In questo flusso si biodegraderanno figure professionali e funzioni valoriali. Potranno nascerne delle altre e rilanciare una dialettica di conflitti e controlli. Ma per farlo bisognerà cominciare ad esserne informati, e poi impressionati, se non proprio indignati.

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