Continuano le grandi manovre degli operatori brasiliani in vista del consolidamento del mercato mobile: Oi, dopo aver concluso la fusione con Portugal Telecom, sta per vendere la sua quota del 75% in Africatel per rafforzare le casse in vista della possibile acquisizione della quota del 65% di Telecom Italia in Tim Brasil. Quest’ultima, ha detto più volte la casa madre, sarà venduta solo di fronte a un’offerta irrinunciabile, che secondo stime recenti non potrà essere inferiore a 12-13 miliardi di euro. Dalla vendita di Unitel, l’asset maggiore del ‘pacchetto’ africano di Oi, la compagnia conta di ricavare intorno a 2 miliardi di dollari.
Oi, lo ricordiamo, è l’operatore più indebitato del mercato brasiliano, con un debito di 46 miliardi di reais (quasi 20 miliardi di dollari) alla fine del secondo trimestre. Un fardello che non può non pesare su un’eventuale decisione di takeover da parte di Tim Brasil.
Nei giorni scorsi, infatti, è trapelata l’indiscrezione secondo cui potrebbe essere Tim Brasil a presentare una controfferta per Oi, ma l’ipotesi è stata smentita dalla controllata di Telecom Italia, Tim Participacoes, su richiesta della Consob brasiliana.
Resta insomma tutto da definire il futuro della divisione mobile brasiliana di Telecom Italia. Quel che è certo è che il mercato va verso il consolidamento e che – dopo la mossa di telefonica su GVT – i protagonisti dei prossimi episodi saranno senza ombra di dubbio Oi e Tim Brasil, anche se non si sa ancora quale delle due nel ruolo di preda e quale di cacciatore. Una fusione tra Tim e Oi creerebbe il maggiore operatore mobile brasiliano, con una quota del 46% nel mercato mobile e del 28% in quello della banda larga, ma di sicuro, secondo fonti del Cade, avrebbe di sicuro meno ostacoli sul fronte antitrust del ventilato progetto di acquisizione dei Tim Brasil da parte di Oi e di un suo successivo spacchettamento in favore dei concorrenti, a patto che l’operazione venga accompagnata da rimedi adeguati, tra cui la vendita di asset.
La questione brasiliana sarà comunque al centro del prossimo cda di Telecom Italia, il 25 settembre, mentre ieri Mediobanca ha confermato che uscirà dall’azionariato dell’azienda entro l’esercizio in corso, che si chiuderà a giugno del 2015.