Durante gli ultimi Mondiali di Calcio, non c’erano soltanto i tifosi a seguire appassionatamente i propri beniamini, ma anche molti criminali informatici, che si sono dati battaglia scatenando attacchi informatici sofisticati, in un sorprendente torneo “mondiale parallelo”. Curioso, però, che gli attacchi sono stati sferrati sempre a partita finita.
Lo rivela un’analisi del fornitore di servizi cloud Akamai, che osservando gli orari di gioco, il traffico online e i modelli di attacco durante la Coppa del Mondo, ha rilevato che i picchi di traffico online non seguivano temporalmente le attività legate agli attacchi informatici. Analizzando i dati in dettaglio, si evince infatti che quasi ogni attacco informatico avvenuto durante i Mondiali, è stato lanciato o prima o dopo le partite, mai durante.
Sempre dall’analisi Akamai emerge come i Paesi coinvolti nelle partite e la posta in gioco abbiano influito sul numero di attacchi informatici e i relativi livelli di intensità: non solo che la maggior parte degli attacchi si verificava dopo le partite, ma le attività criminali variavano in base ai Paesi che giocavano la partita. È stato quindi appurato che nei gironi di qualificazione, gli attacchi informatici erano più numerosi durante la seconda e terza partita, quelle più importanti per il passaggio al turno successivo.
Quattro i momenti in cui i quali si sono concentrate le attività dei criminali informatici: qualificazioni, per le seconde e terze partite; sedicesimi; ottavi e terzo posto.
Un calo nelle attività degli hacker è stato, infine, registrato durante Germania- Brasile, finita con un sonoro 7 a 1 per i tedeschi.
In quelle 2 ore e mezza, infatti, la guerra cibernetica ha registrato una decisa flessione.