Il bonus cultura da 500 euro che spetta ai neo-diciottenni italiani potrebbe essere utilizzato per l’acquisto di device tecnologici utili alla didattica online, in questo periodo di scuole chiuse e quarantena per l’epidemia di covid-19.
L’idea è stata avanzata dagli stessi studenti e dai genitori che, in questo momento di emergenza sanitaria senza precedenti e ristrettezze economiche (anche il mondo del lavoro è fermo), cercano di mettere assieme tutte le risorse necessarie per far quadrare i conti, dalla spesa al supermercato all’acquisto di tablet e Pc per continuare a studiare da remoto.
Bonus cultura e pc
Sulla faccenda si espressa, in una diretta facebook, direttamenet la Ministra per l’Istruzione, Lucia Azzolina: “‘Abbiamo ricevuto tante richieste da studenti e genitori per poter utilizzare i soldi della 18 app, i 500 euro per i neo18enni, per comprare i device”.
“Sulla 18 app non sono io competente, ma il Mibact. In ogni caso abbiamo spiegato al ministro Franceschini tutte le richieste che ci stavano pervenendo”, ha precisato Azzolina.
In attesa che si pronunci il Mibac, cioè il ministero per i Beni e le attività culturali e il turismo, quindi il ministro Dario Franceschini, il Governo Conte ha messo a disposizione del Miur un fondo da 285 milioni di euro circa per promuovere la didattica digitale e online e rafforzare l’inclusione degli studenti con difficoltà economiche.
Fondi per la didattica online
“Abbiamo stanziato 200 mln di euro per la connettività sulle scuole, per accelerare le infrastrutture, le reti veloci fino a una fibra ottica di un giga byte al secondo”, ha affermato Azzolina.
Nei giorni scorsi, inoltre, ha ricordato la ministra, è stato firmato il decreto da 85 milioni di euro che “per la maggior parte saranno usati per acquistare pc e tablet che saranno dati in comodato d’uso gratuito ai nostri studenti meno abbienti”.
I soldi, è stato spiegato nella diretta, arriveranno entro pochi giorni nelle casse degli istituti scolastici e “sulla base del monitoraggio e delle richieste delle famiglie gli istituti potranno gestire i soldi per far sì che i nostri studenti non siano privi dei device”.