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Bonus Cultura fra Spid e 18app: solo il 40% dei 18enni ha fatto la trafila

Il Bonus Cultura riservato ai 18enni non sfonda nei numeri, visto che al 17 gennaio soltanto il 6,3% dei fondi stanziati dal Governo, pari a 290 milioni di euro, erano stati spesi dai neo maggiorenne (i ragazzi del ’98) per l’acquisto di servizi culturali con il bonus da 500 euro a loro riservato a scopi culturali: dall’acquisto di libri, biglietti del cinema e concerti, passando per il teatro.

Un’adesione a passo lento del bonus, che peraltro ha contribuito in maniera concreta al decollo di SPID (Sistema pubblico di identità digitale) necessario per accedere alla piattafroma 18app.

Ma tant’è, le previsioni di adesione del Governo all’iniziativa erano certamente più rosee, ed è anche per questo che l’iscrizione è stata prorogata di cinque mesi, al 30 giugno di quest’anno.

Secondo i dati forniti dal quotidiano la Stampa, a gennaio dei 572.437 neo-diciottenni aventi diritto, solo 286.095 avevano ottenuto l’identità digitale e solo 230.000 erano iscritti alla piattaforma 18app, necessaria per cominciare a spendere i 500 euro.

Ma quali sono i motivi che hanno frenato un’adesione più massiccia all’iniziativa?

Di certo, le difficoltà per accedere a Spid hanno contribuito a frenare un boom più consistente del Bonus Cultura. Per ottenere Spid è necessario fare domanda agli identity provider accreditati (Telecom Italia, Poste Italiane, Infocert e Sielte) e l’iter secondo gli utenti è ancora piuttosto farraginoso.

Troppa burocrazia e tempi lunghi per l’ottenimento dell’identità digitale non hanno aiutato. Anche se, a onor del vero, proprio il Bonus Cultura, insieme all’altro Bonus quello dei Docenti, ha dato una scossa importante allo Spid che prima di Natale viaggiava intorno alle 90mia adesione mentre oggi ha raggiunto quota 1.171.580 credenziali erogate.

Secondo alcuni esperti, un modo per incentivarne l’adozione sarebbe passare all’attuale modello, secondo cui è l’utente a farne richiesta, ad un nuovo modello, per cui è lo Stato che in qualche maniera lo fornisce agli utenti. Un altro modo per spingere lo Spid, sostenuto da molti esperti, è renderlo obbligatorio per tutte le interazioni digitali con la PA, puntando dritto sullo switch off dell’analogico cartaceo nei rapporti fra cittadini e enti pubblici.

Oltre allo Spid, un secondo motivo che ha frenato la diffusione del Bonus Cultura è l’obbligo di iscriversi al portale dedicato 18app, senza dimenticare le difficoltà per creare il buono di acquisto, mentre il terzo ostacolo riguarda la scarsa adesione di esercenti all’iniziativa del governo.

Secondo il Governo ci sarebbero 7mila punti vendita in tutta Italia, ma a gennaio ce ne sarebbero stati in realtà di meno, soltanto 4.270 in tutto il paese e per di più concentrati nei grandi comuni (7 città su 8 non avrebbero negozi fisici convenzionati, fra cui ad esempio Ragusa e Trapani).

Quest’ultimo punto rappresenta in effetti un chiaro vantaggio per i grandi player della rete, come Amazon e Ticketone, che sfruttano al meglio il loro presidio del canale eCommerce.

Detto questo, la proroga al 30 giugno della data di scadenza per l’iscrizione dei neomaggiorenni a 18app (qui la pagina ufficiale su Facebook) lascia ancora qualche tempo per migliorare il trend del Bonus Cultura.

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