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‘Bolloré si muoverà bene nei palazzi romani’. Intervista a Fiorina Capozzi, autrice del libro sul finanziere bretone

Fiorina Capozzi

Vivendi è il nuovo socio di riferimento di Telecom Italia. Il suo presidente, Vincent Bolloré, ha già fatto sapere di voler accompagnare l’ex monopolista italiano in un percorso di crescita che passa evidentemente per la sfida sulla banda ultralarga.

Fiorina Capozzi, giornalista di IlFattoQuotidiano.it con una lunga esperienza alle spalle nel giornalismo finanziario e un decennio trascorso a Parigi, racconta il finanziere bretone nel libro “Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei” edito da GoWare in collaborazione con Key4biz, in formato eBook e distribuito in versione cartacea, on-demand, dalle librerie Feltrinelli e Mondadori.

Nella nostra intervista, Fiorina Capozzi delinea a grossi tratti l’industriale bretone che è l’interlocutore privilegiato di Matteo Renzi sul tema della banda ultralarga.

 

 

Key4biz. Nella sua esperienza francese, ha avuto modo di incontrare in più occasioni Bolloré e di seguire le strategie di crescita del suo gruppo. Che tipo di investitore è?

Fiorina Capozzi. Vincent Bolloré è un capitano d’impresa, un uomo di grande visione che immagina degli obiettivi di lungo periodo e si mette in moto per poterli realizzare. Per raggiungere la meta che si è prefissato, sa anche usare gli strumenti della finanza che ha imparato a conoscere sin da giovane. La sua carriera inizia come banchiere da Edmond de Rothschild che lo vuole al suo fianco perché ne intuisce le capacità di mediazione necessarie a fare buoni affari. Apprende presto il mestiere e impara rapidamente a far sentire la sua voce nei consigli di amministrazione delle società preda con l’obiettivo di orientarne la strategia. Di certo Bolloré non è un socio silenzioso, ma un azionista consapevole che non ha alcuna intenzione di buttare via i soldi.

Key4biz. Bolloré vanta un patrimonio grande quanto quello di Silvio Berlusconi. Entrambi sono nell’elenco dei duecento uomini più ricchi del mondo. Quali sono le radici di questo impero?

Fiorina Capozzi. Le Papeterie Bolloré nascono nel 1822 in un angolo sperduto e piovoso della Bretagna. Sono state leader nella carta copiativa e per condensatori, nelle cartine per sigarette e persino nella carta sottile per libri di piccolo formato, ma entrano in crisi con l’avvento delle plastiche. Quando, negli anni ’80, Vincent Bolloré, a soli 23 anni, conquista la guida del gruppo di famiglia, intuisce che l’importanza della diversificazione necessaria a mettere in sicurezza l’azienda. Grazie alla conoscenza degli strumenti della finanza, Bolloré mette a segno una serie di colpi finanziari che allargano le attività del gruppo e creano nuova liquidità da investire nei progetti innovativi. Vivendi e Telecom sono uno di questi. Lo è anche la BlueCar, l’auto elettrica che oggi è quasi un simbolo di Parigi grazie al progetto Autolib, la vettura in libero servizio.

Key4biz. Bolloré arriva in Italia su invito dell’ex banchiere delle Generali, Antoine Bernheim, scomparso nel 2012. Senza di lui crede che l’industriale francese riuscirà a sopravvivere nella giungla politica ed economica italiana?

Fiorina Capozzi. Bolloré è entrato in Italia investendo in Mediobanca per correre in aiuto di Bernheim. Da allora si è lentamente costruito un network di relazioni grazie al vecchio banchiere e all’amico Tarak Ben Ammar, da oltre trent’anni vicino anche a Silvio Berlusconi. Non credo che Bolloré avrà difficoltà a gestire le dinamiche dei palazzi romani. E poi quando si compra il 14,9% nel capitale di una società come Telecom Italia, di solito si è già sondato il terreno prima. Mi spiego meglio con un esempio. Tempo fa l’Enel di Fulvio Conti tentò la scalata alla francese Suez. L’operazione però non era stata concordata con il governo francese e il risultato fu che l’acquisizione saltò dando vita al gigante francese Gdf-Suez. Tutto questo per dire che quando ci sono asset strategici come energia o telecomunicazioni in ballo, non si può ignorare il ruolo del governo. Questa regola vale anche per Telecom su cui l’esecutivo italiano ha poteri speciali.

Key4biz. Quali saranno le prossime mosse di Bolloré in Italia?

Fiorina Capozzi. Vivendi potrebbe salire ancora nel capitale di Telecom. Questo significa che c’è un disegno chiaro nella mente di Bolloré. Qualcuno fra Roma, Parigi e Bruxelles parla di un progetto per la nascita di una infrastruttura di rete europea benedetto non solo dagli esecutivi europei, ma anche da Washington. Il passo è però lungo. Per azzardare ipotesi, prima bisognerà attendere per vedere se Cdp, come sembra, entrerà nel capitale di Telecom Italia.

Key4biz. Dovremo attenderci, quindi, di vedere presto Bolloré a Roma?

Fiorina Capozzi. Certamente il finanziere bretone ha già una sua tabella di marcia che si intreccia con i piani del governo sulla banda ultralarga. Per ora constato solo che il decreto della bozza comunicazioni è fermo e che alla Cassa Depositi e Prestiti ci sono stati cambiamenti ai vertici inattesi fino a un mese fa. A questo, per avere il quadro completo, si aggiunga il grande fermento che c’è nel segmento delle torri di trasmissione e nell’intero comparto media che è alla ricerca di nuovi modelli editoriali. Mi pare che il materiale di lavoro fra Roma e Parigi non manchi di certo.

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