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Bolloré punta alle radio. Vivendi sulla scia di Mediaset?

Indipendenza dell’informazione, futuro della pay tv Canal+ e impegni sugli investimenti al centro dell’audizione di Vincent Bolloré al Consiglio superiore dell’audiovisivo in Francia.

Importanti le dichiarazioni riguardanti l’interesse per i diritti sportivi e la produzione di contenuti ma soprattutto desta attenzione la volontà espressa dal capo di Vivendi (la società è presente nel capitale di Telecom Italia con una quota del 15,5% e possibilità di arrivare fino al 20%, ndr), di investire nelle radio.

Obiettivo Europe 1?

Il tutto mentre anche in Italia si stanno registrando significativi movimenti sul mercato radiofonico che vedono protagonisti la famiglia Hazan e Mediaset, che ha già rilevato R101 da Mondadori, per cercare un accordo industriale che potrebbe portare alla nascita del maggior polo italiano delle radio, con forti sinergie con i contenuti televisivi.

E anche Bolloré si sta muovendo su questo fronte con l’obiettivo di diversificare le attività di Vivendi.

L’audizione è durata circa due ore durante le quali il confronto è stato ‘forte e diretto’, come ha riferito uno dei partecipanti.

Nel corso dell’incontro il finanziere bretone, presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi e Canal+, ha esposto chiaramente la propria ambizione ad acquistare una o più emittenti radiofoniche.

Un progetto già in cantiere da tempo ma che adesso Bolloré ha tutta l’intenzione di realizzare.

Secondo alcune indiscrezioni, il top manager avrebbe già puntato gli occhi su Europe 1. Ieri però non ha confermato. L’unica cosa emersa è che Bolloré intende investire nelle radio digitali.

Bolloré ‘sorvegliato speciale’

L’audizione di ieri è stata molto significativa perché se finora il governo aveva sempre tenuto sotto controllo Canal+, specie per gli impegni presi nei confronti dell’industria cinematografica, adesso prende una posizione più forte.

Probabilmente l’esecutivo d’oltralpe vuole vederci chiaro sulla strategia di Bolloré che è partito con una serie di operazioni all’estero con l’obiettivo di fare di Vivendi la più grande media company del Sud Europa.

Non a caso l’8 ottobre il finanziare sarà sentito anche dalla Commissione Cultura del Senato.

 

Comitato anticensura

Riguardo ai timori espressi dal CSA su Canal+ a seguito di alcune denunce di ‘censura’ rivolte al top manager dopo la decisione di spostare il programma satirico ‘Les Guignols’ dalla tv in chiaro a quella criptata, Bollorè si è impegnato a costituire un comitato etico per garantire – sotto il controllo dell’Autorità che monitorerà il rispetto degli impegni – l’indipendenza editoriale e di informazione.

Il CSA ha voluto chiarimenti anche in merito ai cambi ai vertici della pay tv decisi da Bollorè prima dell’estate.

Su questo punto l’uomo è stato fermo: sono stati allontanati i manager che non hanno saputo anticipare la concorrenza.

L’Autorità dell’audiovisivo creerà inoltre un gruppo di lavoro per esaminare le conseguenze dei cambiamenti introdotti da Bolloré.

Il finanziere si è poi impegnato a investire fortemente sui diritti sportivi e sulla produzione audiovisiva chiedendo però una maggiore flessibilità regolamentare specie nella cronologia dei media e quindi la riduzione delle ‘finestre in chiaro’ per Canal+.

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