Si complicano in Francia le cose per Vincent Bolloré a capo di Vivendi. Il proprio progetto di trasformare il gruppo in una media company europea rischia di traballare nonostante le importanti operazioni degli ultimi mesi.
Dopo l’arrivo in Telecom Italia, l’acquisto di Mediaset Premium e l’ingresso a gamba tesa sul mercato dei videogame e della produzione di contenuti originali anche in streaming, l’avanzata del finanziere bretone potrebbe subire una battuta d’arresto in patria.
A frenare i suoi piani sarebbe l’imminente decisione dell’Antitrust che dovrà esprimersi sull’accordo esclusivo tra Vivendi e BeIN Sport dal quale dipenderebbe la sopravvivenza della pay tv Canal+.
Bolloré ha minacciato di metterla in vendita nell’ultima assemblea con gli azionisti, se questa operazione saltasse.
Possibile?
Sta bluffando?
Difficile dirlo. Certamente appare strano che, dopo aver portato a termine l’operazione con Mediaset per il rilancio della pay tv su scala europea, ora pensi a dismettere l’asset.
Forse Bolloré sta solo agitando le acque per generare instabilità sul mercato audiovisivo francese, paventando il rischio di una chiusura che significherebbe anche mandare a casa tutti i dipendenti della pay tv d’oltralpe che ovviamente stanno già protestando.
Canal+, nonostante le pesanti perdite (400 milioni di euro nel 2016), è un’importante realtà e la sua cessione cozza con il disegno di Bolloré di trasformare Vivendi in una media company per il Sud d’Europa.
Sicuramente però a creare difficoltà non è solo la possibile decisione dell’Antitrust di non dare il via libera all’accordo con Bein Sport ma anche la forte avanzata di Patrick Drahi che non solo sta spendendo sulla convergenza media-tlc, ma ha anche soffiato a Canal+ i diritti tv della Premier League britannica, molto seguita in Francia.
Se saltasse l’accordo con Bein Sport, Vivendi perderebbe anche la possibilità di trasmettere ai propri abbonati le partite di calcio nazionali.
Un bel problema.
Intanto continuano a susseguirsi le indiscrezioni sulla messa in vendita di iTélé, il canale all news che fa capo a Canal+ e che, nonostante le perdite (si stima 24 milioni nel 2016), susciterebbe l’interesse di diversi potenziali acquirenti.
La decisione potrebbe essere presa da qui alla fine dell’anno e la cifra di iTélé si aggirerebbe intorno ai 200 milioni di euro.
Il canale fa fatica a reggere la concorrenza.
In campo potrebbe scendere Drahi, già proprietario di SFR e di una partecipazione in NextradioTV, ma anche il trio Bergé – Niel – Pigasse, azionista del quotidiano Le Monde, che ha fatto sapere di voler acquistare un canale di informazione.
Potrebbe esserci pure un outsider come M6, un piccolo canale in ascesa posseduto dal gruppo Bertelsmann che controlla RTL.
Le notizie hanno messo in agitazione i giornalisti di iTélé che parlano di una direzione ‘assente’ che lascia Canal+ in completa ‘autogestione’.
Manca infatti un piano strategico per il canale e questo, secondo i giornalisti, è un segno del disinteresse dell’azionista e della volontà di vendere in tempi rapidi.