Strategie

Bolloré, ecco perché punta all’Ilva

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Cosa si cela dietro l’interesse del finanziere bretone a capo di Vivendi? Perché è interessato all’Ilva?

Vincent Bolloré, il finanziere bretone a campo della media company Vivendi, non finirà mai di stupirci. Le sue strategie appaiono decise, veloci e alcune volte di non immediata intuizione, almeno all’inizio. E in queste ore sono in molti a domandarsi cosa c’entri Bolloré con l’Ilva.

Negli ultimi mesi si è impegnato nel piano di trasformazione della holding d’oltralpe in una digital media company con aspirazione europea, nella scalata al mercato videogame, ha trattato per i diritti tv sportivi, si è rafforzato nella pay tv con l’acquisizione di Mediaset Premium, senza tralasciare il mercato tlc diventando il principale azionista di Telecom Italia.

Ma non solo.

Adesso Bolloré, che in Italia si è ritagliato un degno posto nei salotti che contano anche grazie alla sua partecipazione in Mediobanca, punta all’Ilva.

Attraverso la controllata Saga Italia, l’imprenditore ha manifestato interesse per Ilva Servizi Marittimi spa, una delle sette controllate del gruppo Ilva, che gestisce la flotta del gruppo, composta da un cargo e da quattro spintori e otto chiatte.

Saga si è aggregata con il consorzio Ionian Shipping di operatori del porto di Taranto che aveva presentato un’offerta a febbraio scorso.

Secondo quanto risulta però all’ANSA, Ionian Shipping Consortium non avrebbe partecipato alla data room e questo comporterebbe per Saga Italia la necessità di collegarsi ad altri partner.

Pare comunque che il Governo e i Commissari, preferirebbero vendere tutto il gruppo Ilva evitando spacchettamenti e quindi favorirebbero il progetto industriale che rileverà Ilva Spa e le sette controllate, ne consegue che Saga voglia offrire il suo braccio logistico a una cordata composta da società produttrici di acciaio, trasformatori, finanziatori e trader.

Un percorso di trattativa che, riporta l’ANSA, porta necessariamente agli uffici di Cassa depositi e prestiti dove vengono analizzati tutti i progetti industriali. Tenendo conto che Cdp, grazie a un bando molto flessibile, può aggregare i diversi bidder anche provenienti da cordate in concorrenza fra loro.

Ma perché Bolloré si interessa all’Ilva?

Secondo alcuni osservatori, dietro questa mossa ci sarebbe la grande partita della banda larga in Italia.

Come?

In questo momento Telecom Italia, di cui ricordiamo ancora Bolloré è il principale azionista, è impegnata sul dossier che riguarda l’acquisizione, da Cdp, di Metroweb e che vede in pole position Enel che al momento sembra la soluzione privilegiata.

Bolloré potrebbe quindi essersi fatto avanti sull’Ilva per ‘acquisire aperture di credito’ presso il governo. In altre parole per ‘accattivarsi’ l’esecutivo del premier Renzi e avere in futuro un maggiore sostegno per il mercato che rappresenta il core business di Vivendi, vale a dire l’audiovisivo e la comunicazione in Italia.

Insomma Bolloré si dimostra ancora una volta un finanziere astuto. Un poliedrico giocatore che passa con abilità da un tavolo all’altro senza mai perdere, o quasi, una manche.

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