Le Sezioni unite della Cassazione hanno dichiarato inammissibili i ricorsi di Fastweb e Vodafone contro le decisioni del Consiglio di Stato che nel 2020 aveva confermato le delibere dell’Agcom. L’Autorità per le garanzie delle comunicazioni aveva imposto alle Telco di “ritornare entro il 23 giugno 2017 alla fatturazione su base mensile o suoi multipli per i servizi di telefonia fissa e ad una periodicità almeno quadrisettimanale per quelli di telefonia mobile“.
Inammissibili secondo la Corte di Cassazione anche le delibere di irrogazione delle sanzioni milionarie. La Suprema corte ha infatti giudicato inesistente l’eccesso di potere giurisdizionale dedotto dalle Telco.
Unc: “Ennesima vittoria dei consumatori”
“Si tratta dell’ennesima vittoria contro le compagnie telefoniche che continuano a cercare cavilli legali inutili e pretestuosi per arrampicarsi sugli specchi pur di poter fare i loro comodi in barba a quanto hanno deciso le Authority”. Così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, a commento della decisione della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso di Fastweb contro l’imposizione del ritorno alla fatturazione su base mensile per i servizi di telefonia fissa.
“Giorni gratis” per compensare gli utenti di telefonia fissa?
“Al di là del fatto che, per fortuna, ora la cadenza mensile è stata fissata anche dal legislatore, e quindi è intoccabile, è assurdo che si metta anche solo in dubbio la possibilità dell’Authority delle Comunicazioni di prevederla a tutela dei consumatori ed in nome della trasparenza informativa – ha aggiunto Dona – Il vero problema, a dimostrazione degli scarsi poteri dati alle Authority, è che ad oggi nessuna compagnia ha spontaneamente restituito il maltolto ai consumatori, ossia i giorni illegittimamente erosi che andavano riconosciuti in fattura ai propri utenti per il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile, ossia i primi giorni di aprile 2018. Gli operatori dovevano d’ufficio posticipare la data di decorrenza delle fatture per un numero di giorni pari a quelli erosi, ma non lo hanno fatto, salvo esplicita richiesta del consumatore. È questo il vero problema che andrebbe ora risolto”.
L’Agcom aveva diffidato Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre a compensare i giorni erosi con la bolletta quadrisettimanale nella prossima fattura.