La tecnologia blockchain fa il suo ingresso nel mercato energetico, con due big come BP ed ENI che stanno cominciando ad utilizzare la blockchain per gestire il trading di gas in Europa, in parallelo con i loro sistemi consolidati. Lo scrive la Reuters, precisando che la tecnologia utilizzata è fornita da BTL Group, sviluppatore di soluzioni blockchain, che ha realizzato la piattaforma Interbit già testata da BP ed ENI per un periodo di 12 settimane in collaborazione con l’austriaca Wien Energie per lo scambio di gas naturale in Europa.
Ma quali sono i vantaggi di questa tecnologia applicata al mercato dell’energia?
Per fare un esempio, il sistema blockchain ha consentito di verificare una discrepanza nel volume di gas francese venduto da BP ad ENI, evitando così un errore che in un secondo momento avrebbe prodotto danni in termini di tempo e costi, ha detto un portavoce di BTL Group.
Nata in origine per la gestione di scambi in bitcoin, la blockchain sta progressivamente ampliando il suo raggio di azione a diversi mercato, in particolare quello finanziario ed assicurativo ma anche quello energetico. La tecnologia, basata su una rete distribuita di record di transazioni, o altri dati, è di fatto costituita da un network di computer online.
“L’uso di questo tipo di tecnologia contribuisce a snellire i processi di back office, riduce i rischi, offre maggiori garanzie contro eventuali attacchi hacker e in definitiva produce risparmi”, ha detto Andrew Woosey, partner della società di consulenza EY, che ha collaborato alla fase di test del progetto.
Sono molti i gruppi che si occupano di commodity, come l’energia, che hanno cominciato a testare sistemi di scambio basati su transazioni elettroniche in blockchain allo scopo di disintermediare gli scambi.
A frenare l’adozione più rapida della blockchain in questi ambiti è il timore di subire danni sul fronte della privacy e della riservatezza degli scambi.
