L’Italia ha ufficialmente aderito al gruppo MED7, composto da sette Paesi del Sud Europa: Italia, Spagna, Francia, Malta, Cipro, Grecia e Portogallo, sottoscrivendo la dichiarazione di sviluppo delle tecnologie basate su registri distribuiti e delle tecnologie emergenti.
Le prime sono le cosiddette distributed ledgers technology o Dlt, di cui fanno parte le soluzioni blockchain, con le seconde, invece, si indica un’altra famiglia di tecnologie avanzate come l’Internet of Things (o IoT), l’intelligenza artificiale (IA) e anche la stessa rete 5G.
“Il nostro impegno è rivolto a rendere l’Italia un Paese leader nello sviluppo e nella sperimentazione della Blockchain, nel bacino Mediterraneo e in Europa. Al Ministero dello Sviluppo Economico abbiamo avviato delle sperimentazioni per la tutela del Made in Italy. I fondi stanziati con la legge di bilancio rafforzeranno queste sperimentazioni che accompagniamo con la creazione di una prima cornice giuridica di riferimento per la tecnologia Blockchain”, ha dichiarato in una nota istituzionale il Ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio.
Durante i giorni del negoziato, il nostro Paese ha sottolineato più volte l’importanza di “favorire la conoscenza e la sperimentazione delle tecnologie emergenti a tutti i livelli” per la crescita e lo sviluppo economico, nonché per la competitività delle imprese, e la centralità di “assicurare che, nella costruzione di una cornice giuridica di riferimento, venga garantito il mantenimento del loro carattere decentralizzato”.
Le due famiglie di tecnologie sono considerate dai sette Paesi firmatari uno strumento di rilancio economico industriale e “un forte catalizzatore per aiutare i paesi dell’Europa meridionale a trasformare il modo in cui viviamo e ad espandere i loro ecosistemi digitali, comprendendo la ricerca & sviluppo e l’innovazione”.