L'analisi

Bitcoin: in un mese perso il 32% del valore. Cosa succede all’oro digitale ad inizio 2022? L’analisi di Gianluca Duretto (Unint)

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Prosegue la fase critica del mercato delle criptovalute, tra cui anche Bitcoin ed Ethereum. Oltre la natura volatile del settore, cresce il peso dell’azione regolatoria di Banche centrali e autorità nazionali. L’analisi di Gianluca Duretto, Professore di Pagamenti digitali blockchain e criptovalute all'Università Internazionale degli studi di Roma - Unint.

Inizio 2022 ad ostacoli per il Bitcoin e le altre criptovalute

Anche in questa metà di gennaio, prosegue la fase critica dell’intero mercato delle criptovalute, in particolare delle prime due per capitalizzazione, Bitcoin, che perde un ulteriore 17% di valore solo nell’ultima settimana ed Ethereum, con una perdita di valore del 25%. Oltre la natura volatile del settore, cresce il peso dell’azione regolatoria di Banche centrali e autorità nazionali.

Proveremo ad analizzare anche insieme a Gianluca Duretto, Professore di Pagamenti digitali blockchain e criptovalute all’Università Internazionale degli studi di Roma UNINT, la natura del nuovo calo della più popolare criptovaluta al mondo il bitcoin, che a seguito di ulteriori perdite sul mercato degli ultimi giorni segna un -30% su base mensile e un -17% su base settimanale.

Niente di nuovo per chi conosce questo settore, piuttosto volatile per natura, ma ci sono più motivi all’origine di questo nuovo ribasso prolungato oppure è solo un movimento ciclico soprattutto alla luce della stabilità del progetto Bitcoin, che ne fanno la reale riserva di valore del nuovo millennio, come affermano molti analisti finanziari ormai da anni.

Lo scenario

Proviamo a riassumere quanto è accaduto. Dopo un primo calo tra venerdì 21 e sabato 22 gennaio, con un -5,6% a oltre 30 mila euro, cosa che non succedeva da agosto 2021, lunedì mattina, dopo un rimbalzo notturno andato male a 32 mila euro, con picco di ricaduta a poco più di 30 mila euro, al momento il bitcoin si assesta tra 31 e 32mila euro (martedì mattina sopra i 32.300).

Siamo ben lontani dal suo massimo storico di quasi 61 mila euro toccato a novembre. Oggi infatti la criptomoneta vale oltre il 40% in meno. Siamo tornati alla situazione di luglio, quando il bitcoin si apprestava ad uscire da una fase critica ben peggiore partita a maggio 2021 (con record negativo di 24 mila euro di valore).

Va male solo a bitcoin? Assolutamente no, anche Ethereum è entrata in fase di perdite quasi costanti, al momento quotata oltre 2.158 euro: -41% su base mensile e del -25% su base settimanale.

Il ruolo della borsa americana e delle Autorità nazionali

Come detto, il mercato globale delle criptovalute è molto volatile per natura. Non è la prima volta che ognuna di esse avvia un ciclo negativo magari seguito da uno particolarmente positivo, o da record, come accaduto.

In questa attuale fase storica certamente stanno influendo i ribassi della borsa americana, in particolare del Nasdaq, che continua a perdere terreno (-2,75 anche stamattina, -13% quasi su base mensile), appesantito dai titoli tecnologici, soprattutto le telecomunicazioni, ma non solo, come si può constatare con il tonfo di Netflix.

A questo vanno aggiunte le pressioni della Federal Reserve, che potrebbe voler controllare maggiormente l’inflazione e potrebbe alzare i tassi di interesse (cosa che farebbe fuggire gli investitori verso asset più stabili e sicuri), le solite tempeste speculative che non mancano mai, l’azione repressiva annunciata e messa in campo da diversi Governi.

In particolare, le autorità di regolamentazioni di alcuni Stati, come gran parte di quelli Europei o la Russia, hanno avviato diverse indagini nei confronti del bitcoin e non solo, da una parte sollevando l’annoso problema della sostenibilità ambientale (il mining è troppo energivoro), dall’altra preoccupazioni di instabilità finanziaria.

In Spagna e nel Regno Unito si sta procedendo alla regolamentazione delle pubblicità delle piattaforme di trading, mentre da Mosca arriva la notizia della proposta di divieto di estrazione ed utilizzo di criptovalute in tutto il Paese, considerate una minaccia alla stabilità finanziaria e la sovranità monetaria russa, è riportato in un articolo pubblicato su euronews.com.

Gianluca Duretto (Unint): aspettiamo notizie dalla FED (26-27 gennaio), per un possibile rialzo del Bitcoin

Gianluca Duretto

Abbiamo chiesto allora, al Prof Gianluca Duretto, docente dell’università Unint di Roma e studioso di blockchain e criptovalute, che ne pensa a riguardo.

Bitcoin deve essere considerata come riserva di valore esattamente come lo è sempre stato l’oro, per citare quello più famoso e conosciuto al pubblico. Con questa disamina – ha spiegato Duretto – va considerata anche la correlazione dei movimenti di Bitcoin agli indici azionari americani quali il Nasdaq e conseguentemente il down del momento.
Dobbiamo però analizzare bene i tre principali indici, Capitalizzazione di mercato in calo a 562 miliardi di euro e soprattutto l’indice di BTC dominance al 425% e per ultimo l’indice di paura/avidità 13 punti (paura estrema) e capire perché Bitcoin è di nuovo in quella fase di mercato e correlarli agli indici azionari soprattutto americani per vedere un legame molto evidente”.

Quello che ci aspettiamo ora è che dopo le notizie della FED, attese tra il 26 ed il 27 gennaio, riprenda un movimento rialzista del Bitcoin, oppure ancora meglio che non ci siano ulteriori notizie FUD del tipo ban di qualche stato per aumentare ancora più l’indice paura/avidità per vedere rialzare in un contesto finalmente di lunga durata Bitcoin”, ha aggiunto il docente dell’Unint di Roma.

Bisogna sempre considerare che il rendimento di Bitcoin negli ultimi dieci anni in confronto alle principali azioni americane tecnologiche per capire come sia non solo un investimento a lungo termine solido ma soprattutto che il progetto di un sistema di pagamenti completamene decentralizzato è solido ed ancora molto attuale”, ha precisato Duretto. “Il tasso di crescita annuo composto o CAGR a dieci anni ha dei risultati eccezionali se paragonati alla crescita dell’indice Nasdaq e soprattutto delle due azioni principe con Apple del mercato americano, Tesla ed Amazon”.

Grafico del Tasso di crescita annuo composto “CAGR” a 10 anni di Bitcoin. Fonte: CaseBitcoin/ Twitter

“’È un numero senza precedenti. Significa che Bitcoin ha generato un rendimento di quasi il 200% (quindi quasi triplicando l’investimento) ogni singolo anno per 10 anni’, come dice l’articolo di CaseBitcoin e seppur fosse di marzo scorso è ancora molto attuale se vediamo i fondamentali del mercato delle criptovalute nella sua totalità“, ha suggerito il docente Unint.

Attenzione alle notizie fuorvianti o FUD (Fear, uncertainty and doubt) del mondo delle criptovalute

Sicuramente – ha proseguito Duretto – anche i prossimi dati di Tesla inc e di Microstrategy che a bilancio hanno entrambe ormai miliardi di dollari potranno influenzare una correzione momentanea del valore, magari perché Elon Musk approfitterà di una quotazione cosi’ bassa di Bitcoin per accrescere ancora la propria riserva in bilancio. Oppure i movimenti degli speculatori finanziari che con i classici derivati in ottica di trading a breve periodo, muovono valori incredibili in bitcoin potranno continuare a creare movimenti con le operazioni delle cosiddette “whales” che movimentano ormai quasi 1/3 dei bitcoin presenti sul mercato”.

Come per altro non è da escludere l’ennesima notizia fuorviante o FUD (Fear, uncertainty and doubt) che peraltro potrà trattare sempre o sul presunto e dispendioso consumo energetico o per non meglio dichiarate falle di sicurezza di wallet , potranno creare dei nuovi movimenti temporanei a Bitcoin, ma ad oggi nulla di concreto e serio se non una crisi finanziaria globale, potrà fermare la sua ascesa in uno scenario di lungo periodo come già accaduto nei precedenti dieci anni”, ha aggiunto il professore dell’Università Internazionale degli studi di Roma UNINT.

Non voglio certamente dare consigli di natura finanziaria agli investitori – ha sottolineato infine Duretto – che devono prima di tutto prescindere da una corretta pianificazione del proprio portafoglio di investimenti e l’adozione di una adeguata strategia di investimento, condivisa con un esperto del settore prima di tutto ma personalmente, mai come in questo momento, come nei precedenti momenti di calo di Bitcoin, mi sento di condividere il motto degli addetti della comunità delle criptovalute, che continua a dire “Hodl” e quindi tenere Bitcoin in portafoglio con un ottica di investimento nel nuovo “oro digitale” con una visione ai prossimi dieci anni”.

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