Secondo gli ultimi rapporti trimestrali pubblicati martedì, quasi tutte le principali aziende tecnologiche del settore hanno speso di più per le attività di lobby nel 2018 rispetto a quanto fatto nel 2017. Un’eccezione: Apple, che ha speso 6,6 milioni di dollari rispetto ai 7 milioni dell’anno precedente.
Numeri imponenti che fanno capire quanto sia importante per le big tech fare ‘pressioni’ sul governo americano e sul congresso, operazioni necessarie per far chiudere un occhio ai legislatori americani, in particolar modo quando rivolgono la loro attenzione sulla privacy, la neutralità della rete, l’integrità delle elezioni, le fake news e la sicurezza informatica. I giganti della tecnologia hanno anche esercitato pressioni sul Congresso su questioni come la pubblicità online, violazioni dei dati, commercio internazionale, istruzione, assistenza sanitaria e immigrazione.
Combinati, hanno speso più di 65 milioni di dollari per attività di lobbying nel 2018.
Le statistiche di spesa provengono tutte dagli ultimi rapporti trimestrali pubblicate martedì: nel dettaglio andiamo a vedere quanto hanno speso Facebook, Google, Apple, Microsoft, Twitter e Amazon nel 2018 per le loro lobby nel 2018.
Google ha speso la cifra record di 21,2 milioni di dollari per esercitare pressioni sul governo degli Stati Uniti nel 2018, superando il suo precedente massimo di 18,22 milioni di dollari nel 2012. L’azienda è tra le migliori spender di lobbying a Washington.
Secondo i dati forniti del quarto trimestre dalla società di Mark Zuckerberg martedì, Facebook ha rivelato che nel 2018 ha speso di più per attività di lobby del governo di quanto non avesse mai fatto prima, con 12,62 milioni di dollari. Nel 2017 la spesa è stata di 11,51 milioni di dollari.
Microsoft
Microsoft ha speso 9,52 milioni di dollari per attività di lobbying nel 2018, secondo quanto comunicato martedì, rispetto agli 8,5 milioni di dollari nel 2017 ma al di sotto del tab di 10,5 milioni di dollari nel 2013.
Apple
Apple ha speso 6,62 milioni di dollari l’anno scorso, rispetto al suo record di 7,15 milioni nel 2017. Apple è stata tra le poche a fare pressione sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, tra le preoccupazioni che l’attrito tra i paesi spingerebbe verso l’alto i prezzi dell’iPhone.
Amazon
Amazon ha speso 14,19 milioni di dollari per esercitare pressioni sul governo degli Stati Uniti nel 2018, battendo il record dell’anno precedente che fu di 13 milioni per attività di lobbying negli Stati Uniti nel 2017.
Per la prima volta, gli sforzi di lobbying di Twitter hanno superato 1 milione, raddoppiando i 550.000 spesi nel 2017.