Tra le Big Tech le perdite maggiori
Dopo il grande crollo di ieri, le borse asiatiche, americane ed europee cercano di riprendersi e un primo rimbalzo fa ben sperare gli investitori. Dopo la caduta di ieri (-12,7%), l’indice Nikkei torna a crescere oggi e segna un +10,7%.
Negli Stati Uniti i principali listini hanno recuperato le perdite in maniera sostanziosa, ma rimanendo comunque in rosso: -2,37% per il Dow Jones, -2,59% per il Nasdaq, -2,42% per lo S&P 500.
Proprio l’indice dei titoli tecnologici, il Nasdaq, ha mostrato la maggiore vulnerabilità, con i titoli delle Big Tech (Meta, Microsoft, Alphabet, Tesla, Nvidia, Apple, Amazon) che hanno sostanzialmente pagato il prezzo più alto, secondo Bloomberg quantificato in 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato andati in fumo nella giornata ieri.
Cnbc ha stimato che in cima alla lista ci sono: Nvidia, che ha perso più di 300 miliardi di dollari, Apple, che ha visto evaporare circa 224 miliardi di dollari, e Amazon, con 109 miliardi di dollari di perdite.
Nvidia e Apple
Ricordiamo, infatti, che lunedì Apple ha perso il 4,8% in borsa, soprattutto dopo l’annuncio di Warren Buffet di riduzione della sua quota di partecipazione nel gigante tecnologico (mentre la sua Berkshire Hathaway ha perso 15 miliardi di dollari per il panic selling).
Nelle stesse ore, Nvidia ha lasciato sul terreno il 6,4% (dopo che un rapporto della testata The Information ha svelato che il nuovo chip AI di Nvidia è in ritardo nella tabella di marcia, con inevitabili conseguenze su tutto il mercato di riferimento).
Complessivamente, la testata americana ha stimato che nelle ultime tre settimane le borse di tutto il mondo hanno visto evaporare qualcosa come 6.400 miliardi di dollari.
Gli analisti confermano il rimbalzo e vedono la recessione alle porte
Secondo un’analista dell’agenzia di servizi finanziari Janney Montgomery Scott, il rimbalzo era atteso e con esso i rialzi, ma lo scenario rimane altamente instabile e i mercati sono in sofferenza.
Gli esperti di Morningstar DBRS, però, aggiungono una riflessione non banale: “La nostra preoccupazione più grande è che la svendita del mercato diventi una profezia che si autoavvera, spingendo i CEO delle aziende a tagliare gli investimenti e i consumatori a ridurre la spesa, portando a ulteriori tagli e a una recessione”.
Secondo Morningstar, inoltre, l’economia americana sta sì rallentando, ma non si fermerà e quindi non c’è, al momento, un pericolo imminente di recessione alle porte, con il sistema bancario che si è dimostrato resiliente (anche se colpito duramente ieri assieme alle Big Tech) e che affronterà con tranquillità la volatilità dei mercati nei prossimi tempi.