Una rete wireless diffusa ed estesa, l’Internet of Things (IoT), un livello elevato di privacy e un’idea diversa di smart city, così la città di Trento ha iniziato la sperimentazione di una nuova piattaforma centrata sui servizi a persone e imprese e sulla tutela dei dati personali.
Si tratta del progetto realizzato e gestito dal Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Trento (gruppo di Sistemi Elettronici Embedded) per la realizzazione di una piattaforma digitale, basata su standard LoRaWAN (Low Power Wide Area Network, tecnologia essenziale per lo sviluppo dell’Internet delle cose). Obiettivo del lavoro è srealizzare un “ecosistema” con base territoriale in Trentino ma in grado di permettere all’ utente di trasferire dati da ogni punto della città e utilizzarli in maniera gratuita, sicura e soprattutto privata.
Caratteristiche primarie dello standard LoRaWAN sono l’elevata penetrazione, l’elevata copertura, i ridotti consumi, la facilità di installazione, i bassi costi e la manutenzione ridotta.
L’infrastruttura, ancora in fase sperimentale, è momentaneamente installata e accessibile sul tetto dell’edificio 2 del Polo scientifico e tecnologico Fabio Ferrari di Povo. “Una comunicazione wireless capillare ed efficiente è un requisito fondamentale per le applicazioni dell’Internet delle Cose. Per questo scopo è stata sperimentata una nuova infrastruttura di rete, già presente in alcune grandi città europee, che sfrutta una tecnologia in grado di coprire l’intera area urbana con un numero limitato di ripetitori, che fungono da punti di accesso per ogni angolo della città. In questo momento il progetto è in fase di test”, ha spiegato in una nota stampa sul sito dell’Università di Trento Davide Brunelli del Dipartimento di Ingegneria industriale che ha coordinato il progetto.
“Punto di forza del sistema è la gratuità del servizio, la sicurezza e le infinite possibilità di personalizzazione”, ha commentato Dario Petri, direttore del Dipartimento e coordinatore dell’iniziativa IEEE Smart City sezione Trento.
Ogni servizio o dispositivo elettronico collegato (pubblico o privato) potrà connettersi e mettere a disposizione dati, che gli utenti potranno utilizzare in modo personalizzato: “È l’utente stesso a decidere infatti cosa fare con i propri dati: ad esempio controllare lo stato dei propri elettrodomestici o veicoli (che comunicano direttamente le manutenzioni o i rifornimenti da fare), dialogare facilmente con i servizi pubblici o privati di mobilità, prenotare prestazioni o richiedere servizi di qualsiasi tipo, monitorare o programmare le proprie attività rispetto alle proposte che arrivano dal territorio”.
Fornire un servizio gratuito, ha precisato Petri, “è da considerarsi scelta fondamentale per permettere una rapida espansione di tutte le potenzialità che l’Internet delle cose ha da offrire ed è fondamentale per l’innovazione in una Smart City”.
I promotori del progetto hanno già preso contatti con le prime aziende che hanno accettato di trasferire i loro servizi sulla piattaforma IoT (già attivo un servizio di bike sharing) e presto, assicurano dall’Università trentina, l’utilizzo del sistema sarà esteso a molte altre imprese, cooperative, startup, associazioni, fino a coinvolgere direttamente i cittadini.
A tal fine sono previste numerose presentazioni nelle scuole superiori e negli istituti tecnici, per permettere agli studenti di usufruire appieno della piattaforma per il lancio di prototipi elettronici o app per smartphone basate sull’Internet delle cose.
Da tempo la Città di Trento ha pubblicato online, tramite il sito dell’amministrazione comunale, una pagina con i punti principali del progetto “Trento Smart City”, il link ai Servizi innovativi del Comune, i documenti per la “Strategia di Specializzazione Intelligente” e il vademecum per la città intelligente.
Dal 29 agosto 2017 al 30 marzo 2018, inoltre, il Comune ha avviato un concorso di idee per la realizzazione di nuovi servizi digitali utili a migliorare i servizi di trasporto e mobilità a Trento aperto a tutti i cittadini.